La Fed scende dalla locomotiva

Le decisioni di politica monetaria della Banca centrale Usa non condizionano più l'economia e i mercati americani. Meglio studiare altri indicatori. Fra  cui il mattone. 

Marco Caprotti 04/06/2014 | 15:30
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Meglio togliere dai radar la Federal Reserve. Le decisioni di politica monetaria della Banca centrale Usa, spiegano gli analisti, non sono più così importanti per l’andamento della prima economia mondiale. E’ preferibile, aggiungono, concentrare l’attenzione su altri indicatori che possono dare segnali più chiari sulla direzione che prenderà quella che è ancora considerata la locomotiva dei mercati globali. “Il ruolo della Fed è stato determinante nell’aiutare gli Stati Uniti a uscire dalla crisi”, spiega Bob Johnson, direttore della ricerca economica di Morningstar. “Ha fatto un ottimo lavoro dando una mano alle banche nel processo di ricapitalizzazione dopo la crisi dei subprime. Questo ha permesso agli istituti di ritornare a dare prestiti e l’economia, poco alla volta, si è stabilizzata”.

La Fed, le imprese e le famiglie
Il miglioramento permette alla Banca centrale Usa di mettersi da parte e lasciare al mercato il compito di sostenersi. “Mettiamoci nei panni di un imprenditore o di una famiglia”, dice Johnson. “Il fatto che i tassi a breve termine siano allo 0,25% o allo 0,50% e che quelli a lungo siano al 2,5% o al 3% non fa una grande differenza quando deve chiedere un prestito. Certo, il costo del denaro può crescere un po’, ma non è questo a determinare l’andamento della Borsa soprattutto nel medio e breve termine. Ci sono altri elementi più importanti come la fiducia dei consumatori, il livello dei salari e la disoccupazione. Tre fattori che incidono sui consumi – e di conseguenza sull’andamento dell’economia e della Borsa - più delle decisioni della Fed”.

La corporate America, nel frattempo, mostra uno stato di salute invidiabile. “I tassi di default sono ai minimi storici”, spiega Michael Memory, product specialist income & growth di Allianz Global Investors. “L’utilizzo della leva si mantiene a livelli contenuti e l’indice di copertura degli oneri finanziari è vicino ai massimi storici”.

Occhio al mattone
Uno degli elementi da tenere sotto osservazione per capire dove stanno andando gli Stati Uniti è il mercato immobiliare. “Negli anni scorsi, le garanzie richieste a chi voleva accendere un mutuo erano così pesanti che il mercato del mattone ha sofferto”, dice Johnson di Morningstar. “Adesso le cose stanno cambiando. Le banche hanno e danno maggiore fiducia, tanto da permettere il mancato pagamento di due rate prima di pignorare l’abitazione (prima ne bastava uno, Ndr)”. L’elemento negativo è che molte famiglie, per paura di trovarsi con un prestito difficile da pagare in questo momento preferiscono affittare invece che acquistare.

Le scelte operative
In quest’ottica meglio osservare le valutazioni. “La società di costruzioni Nvr è una delle nostre scelte più interessanti”, spiega James Krapfel, analista di Morningstar. “Viene trattata con uno sconto del 18% rispetto al nostro obiettivo di prezzo. Fortune Brand Home & Security, invece, secondo i nostri studi è sottovalutata dell’11%”. 

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Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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