Il settore dei media si prepara a un’ondata di fusioni e acquisizioni. L’abbrivio arriverà dagli Stati Uniti dove le autority stanno analizzando due proposte di M&A. Una è quella da 45 miliardi di dollari che potrebbe vedere Comcast inglobare Time Warner Cable. L’altra è quella da 48,5 miliardi che potrebbe portare DirectTv in casa di AT&T.
Se le operazioni andassero in porto, le società che nascerebbero controllerebbero da sole i programmi visti da metà delle famiglie americane e costringerebbero i concorrenti a ridisegnare le proprie strategie di business.
Parte l’ondata
Il discorso non vale solo negli Stati Uniti. I due colossi avrebbero un forte potere contrattuale nei confronti della major di Hollywood per ottenere i contenuti e metterebbero sotto pressione la concorrenza fatta dai canali via Internet come Netflix. Fra le altre cose, influenzerebbero le scelte degli altri operatori mondiali. “Il consolidamento nel settore della comunicazione va a ondate”, spiega uno studio della Wharton School (Università della Pennsylvania). “Quando una grande società viene acquistata, tutte le altre cercano di reagire”.
Le forze in campo
La scelta è inevitabile. Secondo l’American Cable Association (che riunisce le piccole emittenti via cavo), se Hollywood dovrà fare concessioni sui prezzi ai due giganti, allora si rifarà aumentando i listini per tutti gli altri. Anche da qui nasce l’esigenza per altri operatori di raggiungere un’adeguata massa critica. Alcuni dei nomi in campo sono di tutto rispetto: Walt Disney (che controlla il network ABC) e la CBS. Senza contare il magnate australiano dei media, Rupert Murdoch, che, attraverso la 20th Century, possiede la Fox.
Un altro segmento che sta con le antenne dritte è quello delle società Internet. Tolto il caso delle emittenti via web, ci sono alcune società come Google, Amazon e Apple che stanno sempre di più lavorando sul fronte dei contenuti da offrire ai nuovi clienti e che dovranno fare i conti con un mercato dove comandano nuovi player.
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