I fondi bilanciati sono prodotti del risparmio gestito con mandato di investimento in una gamma relativamente ampia di classi di attivo (principalmente liquidità, azioni e obbligazioni).
La possibilità di investire in diverse tipologie di strumenti finanziari implica una seconda caratteristica distintiva dei fondi bilanciati. In aggiunta all'allocazione settoriale/geografica e alla selezione titoli, questi prodotti fanno infatti leva su un'ulteriore fonte di performance: l'asset allocation (cioè il processo di divisione dei propri risparmi tra diverse attività di investimento), modificando i pesi relativi delle classi di attivo in funzione tattica.
I bilanciati non sono tutti uguali
I limiti, gli obiettivi e le strategie dei comparti bilanciati possono essere molto diversi tra loro. L'approccio adottato da Morningstar per classificare questi prodotti si concentra sulle fonti di rischio cui sono esposti. I criteri fondamentali sono dunque tre: l'esposizione netta ai mercati azionari, la diversificazione geografica e l'ottimizzazione del portafoglio in una determinata valuta.
L'ultimo punto è probabilmente di scarso interesse per gli investitori italiani: questi cercheranno soprattutto prodotti ottimizzati in euro. Ma se si vuole avere una prospettiva globale al mondo degli investimenti, è bene sapere che ci sono categorie specifiche per fondi ottimizzati in dollari americani o sterline inglesi. Per ciascuna valuta di riferimento, esistono otto sottocategorie di fondi bilanciati: flessibili, aggressivi, moderati e prudenti per identificare l'esposizione azionaria a cui va aggiunta una seconda differenziazione a seconda dell'area geografica di investimento (globale o non), come riportato nella seguente tabella:
Si osserva che ad esempio il fondo medio della categoria Bilanciati flessibili ha un investimento azionario in linea con la categoria dei Moderati, ma con una quota di liquidità maggiore. In effetti, questi fondi si caratterizzano per un utilizzo estremamente dinamico dell'asset allocation tra azioni e obbligazioni a breve termine ("Liquidità" comprende infatti tutti le obbligazioni con scadenza inferiore ai 12 mesi).
Un discorso a parte va fatto per quei fondi "a scadenza" che ultimamente hanno attratto i flussi degli investitori italiani (attualmente classificati nella categoria "Bilanciati altro"). Malgrado l'appeal della scadenza, questi fondi non aggiungono nulla di sostanziale rispetto ai normali bilanciati, avendo in teoria la stessa rischiosità di uno strumento convenzionale con l'aggiunta di vincoli ulteriori per il gestore (cioè la data obiettivo).
Rischi e ruolo in portafoglio
Proprio in virtù della differente esposizione a specifici fattori di rischio, questi fondi dovrebbero essere usati con cautela. Il fatto di essere Bilanciati non implica automaticamente che debbano ricoprire un ruolo centrale all'interno di un portafoglio di investimento.
Gli analisti di Morningstar raccomandano l'utilizzo Core solo per alcuni comparti (tra quelli coperti dal team di analisti), come il Carmignac Patrimoine. Per altri fondi flessibili, come l'Anima Star Europa Alto Potenziale, la variabilità dell'esposizione azionaria li rende più adatti a diversificare il portafoglio attraverso un ruolo di supporto.
La raccomandazione sull’utilizzo in portafoglio serve a guidare gli investitori nella gestione dei propri risparmi. La differenziazione adottata da Morningstar ha senso perché i bilanciati hanno un profilo di rischio estremamente diverso tra loro, come dimostra la tabella seguente che riporta i dati su volatilità e perdita massima delle diverse Categorie:
Rischi su rischi
Guardando all'allocazione della componente azionaria per i fondi delle categorie globali si osservano un altro paio di aspetti importanti.
Il fondo medio appartenente ai Bilanciati flessibili Eur - globali investe infatti in misura maggiore nei mercati emergenti rispetto ad un Moderato, come mostrato nella tabella 3:
Anche il livello di diversificazione geografica della componente azionaria cambia a seconda della categoria:
In altre parole i rischi aumentano sia in virtù della maggior esposizione azionaria, sia per una maggiore esposizione ai mercati emergenti, cosa che riflette uno stile di gestione più aggressivo. E’ interessante notare come il peso del Nord America sia sostanzialmente uguale per tutte le categorie, mentre si osserva una riallocazione tra Europa e Asia al crescere della rischiosità dell'investimento.
Costi
L'ultima considerazione è forse la più importante: comprare un fondo costoso è per definizione un cattivo investimento. Infatti, se è impossibile conoscere le performance future di un prodotto, è facilissimo sapere quali saranno le spese. Basta consultare la scheda fondo sul sito Morningstar o i documenti ufficiali.
Di seguito riportiamo il dato sul valore mediano del Ter (Total expense ratio) per tutte le categorie analizzate, escludendo dal calcolo i fondi vendibili soltanto agli investitori istituzionali.
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