I titoli azionari cinesi sono entrati a pieno titolo nell’arena degli investimenti internazionali. Uno dei principali veicoli per gli stranieri sono gli Etf (Exchange traded fund). Secondo i dati Morningstar, nel 2013, il patrimonio netto a livello globale dei replicanti sui vari indici dell’ex celeste impero è stato di oltre 74,4 miliardi di dollari contro i 46 miliardi del 2011.
In un recente studio, Morningstar ha analizzato 33 Etf sui più popolari benchmark cinesi, quotati sulle piazze finanziarie internazionali, con l’obiettivo di valutare il grado di efficienza. Gli indicatori utilizzati sono stati il tracking error (che misura la volatilità dei rendimenti del fondo in rapporto all’indice di riferimento) e il tracking difference (differenza tra la performance del fondo e quella del benchmark in un determinato periodo, calcolata su base annualizzata).
In linea con gli emergenti
Nel complesso, i ricercatori hanno visto che gli Etf sulla Cina mostrano livelli di efficienza simili a quelli dei mercati emergenti, ma inferiori alle aree sviluppate. Nel dettaglio, i prodotti a replica sintetica tendono ad avere un grado più elevato di tracking difference rispetto ai fisici, mentre il tracking error è inferiore. Una possibile spiegazione è il costo dei derivati, che si aggiunge alle commissioni del fondo.
Shanghai o Hong Kong?
Esistono differenze anche tra gli Etf che investono sulle società quotate a Shanghai o Shenzhen e quelle di aziende con prevalente giro di affari in Cina ma negoziate ad Hong Kong, Singapore, Londra o New York. I secondi risultano più efficienti dei primi, i quali sono però uno dei pochi canali che gli investitori esteri hanno per acquistare titoli dell’ex celeste impero, per cui sono molto utilizzati anche se hanno un costo maggiore. In futuro, con la progressiva apertura della Borsa cinese, questo scostamento dovrebbe ridursi.
Lo studio mostra che gli indicatori di tracking error e difference sono molto sensibili ai cambiamenti di dati inseriti per il calcolo, per cui i risultati vanno interpretati con cautela. “Un miglioramento sul fronte della trasparenza aumenterà la capacità di analisi”, dice Jackie Choy, Etf strategist di Morningstar Asia. In particolare, la liberalizzazione dei mercati dei capitali aumenterà la competizione, riducendo i costi di negoziazione e gestione. E’ necessario, inoltre, che ci sia maggiore trasparenza sui Nav (valore delle quote) e sugli indici di riferimento e che le autorità regolamentari intervengano per dare una definizione standard al calcolo delle misure di efficienza per permettere confronti omogenei.
L’offerta in Italia
Gli Etf sulla Cina sono disponibili anche su Borsa italiana, con diversi sottostanti. Per chi vuole esporsi alle azioni di tipo A quotate a Shanghai e Shenzhen, DeAWM ha lanciato a gennaio db x-trackers Harvest Csi 300, il primo in Europa di questo tipo a replica fisica (DeAWM quota in Italia altri due Etf specializzati nell’ex celeste impero che sono swap based). Adotta la replica fisica anche iShares China large cap.
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