Wall Street viaggia in maniera nervosa. Gli operatori stanno ragionando sui dati macro usciti oggi per capire lo stato di salute della prima economia del mondo. L'indice delle attività manifatturiere della Fed di Dallas è salito in giugno a 15,5 punti da 11 punti in maggio. Ogni dato sopra quota zero segna una fase di espansione. Gli accordi di compromesso per l’acquisto di un'abitazione sono cresciuti in maggio del 6,1% a quota 103,9 punti. Il dato reso noto dall’Associazione nazionale agenti immobiliari è migliore delle attese e rappresenta il maggior aumento su base mensile dall’aprile del 2010. Su base annua invece ha fatto registrare una flessione del 5,2%. L’indice Pmi di Chicago è sceso in giugno a 62,6 punti da 65,5 in maggio. Il risultato è peggiore delle attese degli analisti che si attendevano una lettura a quota 62,9 punti.
A livello operativo, spiegano gli investitori, l’equity continua a essere la scelta migliore, anche se diventa sempre più difficile trovare buone occasioni di acquisto. Quello che si chiude oggi è il miglior secondo trimestre dal 2009 per le azioni americane.
Europa prudente
Nel Vecchio continente, seduta all’insegna della prudenza per le Borse di Eurolandia. Gli operatori sono in attesa della riunione della Bce di giovedì. Non si attendono annunci eclatanti come quelli dell’ultimo meeting, ma gli investitori vogliono capire qual è l’opinione dell’Eurotower sulla situazione economica della regione.
A Milano, dove l’indice Ftse/Mib ha segnato -0,17%, hanno pesato soprattutto i bancari. Debole, in particolare, il Banco popolare: in un’intervista al Sole 24 Ore l’amministratore delegato, Pierfrancesco Saviotti, ha annunciato lo stop alla cessione di Release. In salita Telecom Italia, data come possibile target in Europa della statunitense At&t. In evidenza Enel nel giorno in cui Ubs ha alzato il target di prezzo da 4,9 a 5,15 euro, confermando il giudizio buy (acquistare). Alcune indiscrezioni di stampa, intanto, parlano di un’offerta congiunta per le attività di Enel in Slovacchia nella Slovenske Elektrarne, che potrebbe valere 3 miliardi di euro.
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