Karin Anderson: Sono Karin Anderson, analista senior di Morningstar. Sono qui oggi con Michael Hasenstab, gestore del fondo Templeton Global Bond. Michael, grazie per essere con noi.
Micheal Hasenstab: E’ un piacere.
Anderson: Voi avete investito pesantemente nei bond dei mercati emergenti per anni e una cosa di cui voi, assieme anche ad altri gestori in questo campo, avete parlato molto ultimamente è l'importanza della differenziazione geografica in questo momento. Perché è così fondamentale oggi, rispetto a 10 o 15 anni fa?
Hasenstab: Penso che sia sempre stata importante e abbiamo sempre speso un sacco di tempo e risorse per arrivare alla comprensione delle differenze da paese a paese.
Il primo obiettivo è andare in questi paesi fisicamente, comprendere le differenze politiche macroeconomiche tra la Corea e la Turchia o il Messico e il Brasile. Ma il secondo è all'interno di quei paesi capire che ci sono tante leve diverse, opportunità e rischi: fronte valutario, tasso di interesse, credito sovrano.
Quando entriamo in un mercato, il nostro obiettivo è quello di essere in grado di isolare l’origine esatta di alfa che vogliamo e coprire i rischi. Se si guarda indietro negli ultimi 5-7 anni, le nostre posizioni in Corea sono passate dalla piena copertura al rischio di cambio alla totale esposizione valutaria, così come siamo passati da una lunga duration a una corta duration. Ci sono molte variabili, capire queste differenze richiede uno sforzo, perché il comportamento, sia dei paesi che delle attività all'interno di quei paesi, è piuttosto divergente.
Guardiamo al 2013: Il mercato migliore è stato l’Ungheria, fino oltre il 10%. La peggiore performance l’ha segnata l’Indonesia, in calo del 30%. Quindi, non si può solo parlare di asset class. Devi andare da paese a paese e all'interno di quei paesi, isolare le diverse variabili.
Anderson: Rimanendo sul tema dei mercati emergenti per un attimo, la vostra posizione debitoria sull’Ucraina ha ottenuto molta attenzione ultimamente. Cosa ti ha attratto inizialmente? E cosa ne pensi oggi, dato che le elezioni sono avvenute e vi è ancora stato un tumulto nella regione?
Hasenstab: Siamo interessati all’Ucraina da diversi anni e abbiamo scelto i nostri investimenti in maniera selettiva. Negli ultimi due anni, l'Ucraina ha attraversato periodi in cui il mercato ha vissuto momenti di panic-selling (vendite di massa dettate dal panico) e picchi di rendimento e quindi abbiamo raccolto queste opportunità per accumulare posizioni strategiche.
Quello che ci ha attratto è stato, sul lato solvibilità, che l'Ucraina ha molto poco debito. Da investitori basati sul dollaro non stiamo prendendo il rischio di cambio, stiamo esposti a titoli di Stato ucraini denominati in dollari, in un paese che ha il debito pubblico pari al 40% del Pil. Non è mai stato un problema di solvibilità. Era più una questione di liquidità, ma recentemente con il pacchetto Fmi e il sostegno internazionale di aiuti a cui l'Ucraina accederà nei prossimi due anni, arriveranno oltre 30 miliardi di dollari di assistenza internazionale. Quindi, con la solvibilità intatta, con la liquidità intatta, quello che ci ha attirato era che tutti si focalizzavano sulle notizie e sui titoli di giornale senza però la comprensione dei fondamentali sottostanti; pensiamo che a lungo termine sia una buona opportunità di investimento.
Francamente, nel corso dell'ultimo mese, dopo le elezioni, pensiamo che l'Ucraina si stia muovendo in un contesto decisamente migliore. Il nuovo presidente, Poroshenko, è stato eletto con un mandato molto forte e ha lavorato per rimuovere l'Ucraina da questo braccio di ferro tra Est e Ovest, per creare il paese come uno stato cuscinetto tra la Nato e Putin, e quindi consentire che si possa realizzare il pieno potenziale del paese. Quindi, stiamo molto fiduciosi oggi.
Anderson: E come sono andati questi bond quest’anno? Se ne parla molto, quanto hanno resto nella realtà?
Hasenstab: Abbastanza bene. Se consideriamo l’intero corso delle nostre partecipazioni, abbiamo guadagnato una buona quantità di denaro attraverso i nostri investimenti in Ucraina. Le obbligazioni sono state scambiate a metà degli anni '80 al punto più basso, e ora sono in molti casi vicino alla media. Abbiamo visto un buon recupero. È un mercato volatile, va su e giù giorno per giorno. Ma credo che abbiamo visto diversi cambi di rotta, molti di quelli che non hanno perso a vendere là fuori, hanno capito che era un errore, e abbiamo visto un buon recupero.
Anderson: Ultima domanda: hai detto in passato che preferisci investire con anticipo rispetto al mercato, assumendo maggiore rischi e a volte dovendo accettare gli sbalzi del mercato. Perché questo dà un vantaggio come investitore obbligazionario globale?
Hasenstab: La nostra convinzione è che i mercati, che si tratti di tassi di interesse, valute, credito, nel lungo termine, sono efficienti. Nel breve termine, sono altamente distorti, sono soggetti al panico, alle debolezze del comportamento umano (paura, avidità) che portano agli eccessi. Quindi il nostro obiettivo è quello di posizionarci su un orizzonte da tre a cinque anni, sapendo che saranno in ultima analisi i fondamentali macroeconomici sottostanti a determinare prezzi di mercato nel lungo periodo. Ciò ci permette di cavalcare attraverso periodi di volatilità di breve periodo.
Francamente, se fossimo giudicati su periodi di tre o sei mesi o anche per periodi di un anno, sarebbe molto difficile poter eseguire una strategia davvero contrarian. La nostra filosofia è: preferiamo essere in anticipo che avere torto, e ialla fine la grande ricompensa arriva solo se si compie il grande passo, non se si tentano solo mosse a breve termine. Quindi, noi continueremo a essere contrarian, continueremo a essere investitori a lungo termine. Ha servito bene i nostri azionisti. Non cambieremo.
Anderson: Grazie mille Micheal.
Hasenstab: Grazie.
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