A luglio, peggiora il sentiment dei gestori sulle piazze finanziarie europee e sull’Italia. E’ quanto emerge dall’ultimo sondaggio mensile condotto da Morningstar tra le principali case di investimento che operano in Italia a cui hanno partecipato 28 asset manager e strategist.
Nel complesso, il Morningstar Italy Investment Sentiment index (Miisi), costruito sulla base delle probabilità attribuite a diversi scenari (mercati in salita, stabili o in discesa) su un orizzonte di sei mesi, mostra che permane un atteggiamento favorevole alle Borse, anche se meno ottimista dei mesi scorsi.
Eurozona, indice in flessione
Scende al livello più basso dall’inizio dell’anno, l’indicatore di sentiment sulle Borse dell’Eurozona, che a luglio si attesta a 61,88 punti (dove 100 rappresenta la massima certezza di rialzo e 0 di ribasso), dopo aver toccato il picco più alto a giugno (75,2). I gestori continuano a dipingere uno scenario di crescita per i listini dell’area, anche se hanno ridimensionato le aspettative rispetto alla prima parte dell’anno. Le valutazioni azionarie appaiono piuttosto care in rapporto alla dinamica degli utili aziendali e gli operatori attendono ora delle conferme sulla ripresa economica.
Piazza Affari, il sentiment si raffredda
La Borsa di Milano non fa eccezione nel panorama europeo. A luglio l’indice di fiducia scende a 64,72 punti, ai minimi da inizio anno. E’ opinione diffusa tra i gestori, che la situazione macro italiana sia in miglioramento, ma la crescita economica rimane ancora debole. Questo fattore è il più critico, anche perché è indispensabile per mantenere sotto controllo la dinamica del debito pubblico. Urgono, poi, le riforme strutturali, prima fra tutte quella della pubblica amministrazione.
Wall Street, scenari neutrali
Tra le Borse dei paesi sviluppati, Wall Street è quella più vicina a uno scenario neutrale nelle previsioni dei gestori. A luglio, il Miisi scende a 56,48 punti dai 62,6 di giugno. Il mercato statunitense è entrato nel quinto anno di rally e storicamente è raro che duri oltre questo orizzonte temporale. Inoltre, i rendimenti nella prima parte del 2014 sono risultati più contenuti rispetto al 2013 e le valutazioni appaiono piuttosto care.
Tokyo fuori dal coro
Le previsioni sulla Borsa di Tokyo sono controcorrente rispetto ai mercati occidentali. A luglio, infatti, l’indice di sentiment è migliorato, passando da 68,6 punti a 69,13. La ragione principale è rappresentata dalle valutazioni dei titoli, considerate interessanti. Inoltre, i dati economici suggeriscono che l’impatto dell’aumento dell’Iva sui consumi sia solo temporaneo.
Emergenti, qualche nube
Rispetto a giugno, l’indice di fiducia sui mercati azionari emergenti scende leggermente, passando da 66,15 punti a 61,85. Gli operatori mettono l’accento sui rischi geopolitici in Medio oriente e in Ucraina, sulla situazione congiunturale cinese e i possibili effetti negativi della politica di normalizzazione dei tassi da parte della Federal Reserve. Lo scenario, tuttavia, rimane al rialzo dal momento che l’equity emergente è una delle poche classi di attività ancora a sconto.
BTp a fine corsa
Per la prima volta da gennaio, l’indice Miisi sui titoli di stato decennali italiani è sceso sotto i 50 punti, il che indica una maggiore probabilità di ribasso dei prezzi. Gli ultimi annunci della Banca centrale europea non hanno portato un aumento dei flussi di capitale verso i paesi periferici, che sembrano avere esaurito il loro potenziale di apprezzamento. I gestori hanno, invece, confermato le previsioni sui Bund tedeschi e i Treasury statunitensi, per i quali i rendimenti continuano ad essere visti in salita.
Si raffredda il sentiment sul debito emergente, con l’indice Miisi che scende da 56,82 punti di giugno a 48,23, ad indicare un atteggiamento di maggiore prudenza, nonostante questa classe di attività sia considerata attraente dal punto di vista dei rendimenti.
Euro in calo
Negli ultimi mesi, il rapporto tra euro e dollaro è oscillato intorno a 1,36, ma gli operatori sono consapevoli che la Bce e la Federal Reserve hanno intrapreso strade differenti in tema di politica monetaria. La divergenza, unita alla differente situazione economica, potrebbe portare a un indebolimento della moneta unica verso il biglietto verde. Per queste ragioni, l’indice di sentiment si attesta a 38,67 punti, che indica uno scenario ribassista.
Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra l’1 e l’8 luglio, 28 gestori e strategist delle principali case di gestione e intermediazione operanti sul territorio. I partecipanti appartengono alle seguenti società: AcomeA, Aletti Gestielle, Allianz Global Investors, Bnp Paribas IP, Bny Mellon, Carmignac Gestion, Consultinvest Sgr, Ersel AM, Exane Derivatives, FIA AM, Financière de l’Echiquier, FXCM, Generali Investments Europe, InvestBanca, Investec AM, Investitori Sgr, La Française des Placements, M&G Investments, MoneyFarm Sim, Nemesis, Petercam Institutional AM, Sella Gestioni, Syz AM, Swiss&Global AM Sgr, Threadneedle Investments, Union Bancaire Privée, VG asset management.
Morningstar Italy Investment Sentiment Index (MIISI)
Il Morningstar Italy Investment Sentiment Index (MIISI) è un indice di sentiment elaborato dal team locale di analisti di Morningstar. È basato su un questionario inviato ogni mese alle principali case di gestione e intermediazione italiane ed estere alle quali viene chiesta una previsione a sei mesi sui principali mercati azionari, obbligazionari e valutari. In particolare, gli intervistati devono esprimere il loro livello di confidenza rispetto a tre scenari di mercato (in crescita, stabile e in discesa). I risultati vengono aggregati al fine della costituzione dell’indice. I segmenti sono dieci: mercati azionari europei, italiano, statunitense, giapponese e emergenti; titoli di stato decennali tedesco, statunitense, italiano e debito emergenti; cambio euro/dollaro. Per ciascun segmento il valore massimo è 100 (certezza della crescita del mercato) e il valore minimo è 0 (certezza del ribasso). La base è 50, che indica una posizione neutrale o di mercato stabile.
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