Tutti i mercati prima o poi scendono. Ma, dicono alcuni operatori, per Wall Street (nonostante i rally, i record al rialzo e le valutazioni dell’equity un po’ tirate) quel momento potrebbe essere di là da venire.
“Molti investitori si stanno concentrando sulla forza mostrata dagli indici S&P500 e Dow Jones senza vedere cosa sta succedendo al loro interno”, spiega uno studio firmato da Nathan Sonnenberg, analista della società di consulenza AdviceIQ. “Le società più grandi, che hanno il peso maggiore all’interno dei panieri, stanno nascondendo quello che succede sotto la superficie: una rotazione che sta portando gli investitori via dai titoli growth verso quelli value che hanno prezzi più ragionevoli”.
Secondo Sonnenberg, ad esempio, si registrano flussi in uscita da Twitter (che quest’anno ha guadagnato il 44%) e in entrata su ExxonMobil (nello stesso periodo, ha fatto segnare +3%). “Il rapporto fra prezzo e utili del gruppo petrolifero, peraltro, è al di sotto della media dell’S&P500”, continua l’analista.
Utili e appetito per il rischio
Un elemento da tenere in considerazione, tuttavia, sono i risultati di bilancio aziendali e quanto gli investitori sono disposti a pagare per quei risultati. La fotografia, in questo caso, è più confusa. Nel primo trimestre del 2014 il 74% delle società quotate sull’S&P500 ha comunicato earning superiori alle attese e il 53% ha annunciato vendite più alte delle stime degli analisti (fonte: Factset Earnings Insight).
Per quanto riguarda il secondo trimestre, circa un centinaio di società ha lanciato un allarme sugli utili. “Il mercato potrebbe decidere che vale la pena prendere un po’ di rischi, soprattutto se fosse convinto che la situazione dei bilanci migliorerà nella seconda metà dell’anno”, scrive Sonnenberg.
Cosa dice il credit market
A puntare verso una salita dei prezzi dell’equity americano sarebbe anche il mercato del credito. “Il sistema non sta mandando nessun segnale di pericolo”, dice l’analista di AdviceIQ. “La disponibilità di credito è molto buona, soprattutto per le aziende che hanno un rating non investment grade (di solito una doppia B, Ndr), che possono comunque accedere a prestiti con tassi di interesse interessanti. Finché gli operatori saranno convinti che queste società saranno in gradi di venire incontro ai propri obblighi, i mercati equity saliranno”.
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