I mercati emergenti stanno tornando di moda? L’andamento dei grafici suggerisce un ritorno di interesse per questa categoria di investimento. L’indice Msci Emerging nell’ultimo mese (fino al 29 luglio e calcolato in euro) ha guadagnato il 5,3%, portando a +12,4 la performance da inizio anno. Certo, è ancora presto per dire se si è invertita la tendenza degli ultimi anni in cui si è visto un raffreddamento delle quotazioni all’interno di uno scenario di risalita dei tassi di interesse, di debolezza delle materie prime e di mancanza di riforme economiche. Ma il segnale sta spingendo gli investitori a vedere sotto un’altra luce i paesi in via di sviluppo.
“Oggi le valutazioni dei mercati emergenti si attestano a uno sconto del 30% rispetto ai mercati sviluppati, riflettendo queste sfide”, spiega una nota firmata da Wolfgang Fickus, membro del comitato d’investimento di Comgest.
La lente su India e Cina
Un paese in cui le previsioni di crescita sono diventate più ottimistiche è l'India, dove la schiacciante vittoria elettorale di Narendra Modi ha reso quanto mai probabile l'attuazione di efficaci cambiamenti strutturali. “Tali riforme saranno mirate a migliorare l'efficienza di diversi settori dell'economia indiana, fra cui l'agricoltura e l'energia, con l'obiettivo di dare impulso agli investimenti e avviare indispensabili progetti infrastrutturali”, dice una nota di Mark Burgess, Chief Investment Officer di Threadneedle Investments. “Siamo ottimisti riguardo a tali sviluppi ma anche consapevoli che i conti pubblici sono già allo stremo e che, pertanto, gran parte di questi investimenti dovrà provenire dal settore privato”.
In Cina, intanto, l’attenta calibrazione delle politiche monetarie ha per il momento placato i timori che la crescita possa scendere troppo al di sotto del target del 7,5% fissato dal governo. “La debolezza del settore immobiliare continua a frenare l’espansione, ma le autorità puntano a controbilanciare il rallentamento con un aumento della spesa per infrastrutture”, continua Burgess. “Ciò accresce la probabilità che il target venga raggiunto, ma sottolinea anche le difficoltà insite nel bilanciare l’economia, abbandonando gli investimenti improduttivi a favore di fonti di crescita più sostenibili e mantenendo al contempo il tasso di espansione complessiva necessario per assicurare un'adeguata occupazione e la stabilità sociale”.
E proprio mentre è impegnato a liberalizzare il sistema finanziario, il governo cinese per certi versi sembra che si stia adoperando più che mai per mantenerne il controllo, attraverso un’espansione della liquidità nel settore bancario e la contestuale imposizione di un rigoroso razionamento del credito a taluni comparti.
Le scelte operative
“Osserviamo nei mercati emergenti una serie di sfide ma anche forti margini di crescita. Uno di questi è rappresentato dalla crescente penetrazione di Internet guidata dalla proliferazione degli smartphone. Un altro sono le assicurazioni vita”, dice il report firmato da Fickus di Comgest. “I mercati azionari hanno cominciato di recente a reagire alla possibile fine della fase di aggiustamento della crescita dei mercati emergenti, beneficiando delle valutazioni interessanti di questa asset class. Crediamo molto in aziende globali esposte alle economie sia dei mercati emergenti sia di quelli sviluppati. Business guidati dalla continua globalizzazione che comprendono un certo numero di grandi nomi asiatici dell’IT come TSMC, società di beni di consumo come Heineken, SABMiller e Richemont e imprese globali come Hutchinson Whampoa e Tenaris. Queste società si sono mostrate resistenti al rallentamento dei mercati emergenti ed hanno avuto buone performance grazie al loro alto livello di innovazione, alla forza del marchio ed alla capacità del loro management, per la loro robusta esposizione ai mercati sviluppati ed i loro elementi di crescita di qualità”.
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