Borse più forti dei numeri macro

Eurolandia regge al deludente dato dell’indice Pmi e al debole andamento di  Wall Street. Male le regioni periferiche. Milano ha chiuso in calo dell’1,62% penalizzata dalla cattiva intonazione dei bancari e dalle perdite del titolo Telecom Italia. 

Francesco Lavecchia 05/08/2014 | 17:53
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Avvio negativo per i listini di Wall Street. A New York prevalgono le vendite nonostante i dati macro americani abbiano mostrato segnali incoraggianti per l’economia. L’indice Ism non manifatturiero ha registrato a luglio la crescita più alta dal dicembre del 2005. Gli ordinativi di beni industriali hanno fatto segnare +1,1% nel mese di giugno. Il miglioramento della congiuntura, dicono gli operatori, potrebbe indurre la Federal Reserve a innalzare i tassi di interesse. A deludere le stime degli analisti, invece, sono gli ultimi aggiornamenti relativi al settore servizi in Cina, il cui andamento si è mantenuto stazionario il mese scorso. Numeri contrsatanti arrivano anche dalle trimestrali di giornata. I profitti di Motorola e della canadese Target mancano le stime del mercato, mentre Coach guadagna oltre il 4% dopo aver pubblicato un utile per azione superiore alle attese.

Delude l'indice Pmi in Europa
I listini di Eurolandia hanno resistito alla delusione per la pubblicazione dell'indice Pmi europeo e alla cattiva intonazione di Wall Street chiudendo in rialzo. La seconda lettura dell’indicatore (utilizzato per tastare il polso dell’economia perché fotografa l’umore dei direttori agli acquisti) ha confermato un miglioramento rispetto a giugno, ma inferiore rispetto alla prima lettura. Il dato, al di là dei numeri, è deludente anche per come è maturato: una scarsa capacità di creare nuova occupazione e una continua riduzione dei prezzi di vendita che confermano le preoccupazioni per un’inflazione eccessivamente bassa. Sul fronte societario, invece, i conti del secondo trimestre hanno premiano Credit Agricole e Deutsche Post.

Male Telecom Italia e i bancari
Piazza Affari ha chiuso in calo dell’1,62. Il listino milanese ha pagato la debolezza del comparto bancario appesantito dalle perdite di Ubi Banca, Mps e Banco Popolare. Non si è salvata neanche Unicredit, nonostante il management abbia annunciato, alla luce dei risultati dell’ultima trimestrali, la concreta possibilità di centrare l’obiettivo sugli utili fissato per il 2014. In grossa difficoltà anche Telecom dopo l'offerta di Telefonica a Vivendi su Gvt che, indirettamente, coinvolge anche la società italiana. Ha virato in rosso il settore bancario che sosteneva gli acquisti in avvio. solo Unicredit e Bper restano in rialzo. Sul listino principale hanno brillato i titoli del lusso con Tod’s, Moncler e Luxottica che hanno registrato i maggiori guadagni. 

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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