Il ramo vita spinge il fatturato di Unipol e fa salire l’utile netto del primo semestre a 240 milioni di euro. Ma il mercato valuta il titolo a sconto rispetto al nostro prezzo obiettivo pari a 4,12 euro (la valutazione si basa sulla metodologia Morningstar sul rating quantitativo, che deriva l’obiettivo di prezzo, i giudizi sul posizionamento settoriale dell’azienda e sulla volatilità dei risultati della stessa dall’utilizzo di un modello statistico).
Il ramo vita traina la raccolta
Al giro di boa dell’esercizio, il gruppo finanziario ha registrato una crescita dell’11% dei premi incassati grazie alla forte miglioramento della raccolta delle polizze sulla vita (+33%). Ha deluso, invece il comparto danni (-6,8%). Questi risultati hanno spinto l’utile netto a +19% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno nonostante l’incremento dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione delle quote di Banca d’Italia abbia pesato sugli oneri tributari per circa 21 milioni di euro.
La gestione finanziaria di Unipol ha beneficiato del positivo andamento dei mercati e il margine di solvibilità (cioè il rapporto tra il patrimonio netto e i rischi assunti e la liquidazione in caso di sinistri) è pari a 1,6 volte il minimo richiesto, stabile rispetto allo scorso anno.
Nessun vantaggio competitivo
Il settore assicurativo è fortemente concorrenziale. I prodotti offerti tendono ad essere standardizzati e le aziende del settore sono costrette a gareggiare sul prezzo accontentandosi di bassi margini di profitto. Unipol non si distingue tra gli attori del settore e anche il nostro modello non indica una posizione di vantaggio competitivo (Economi c Moat).
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