A causa di lavori di manutenzione ordinaria la sezione Portfolio del sito non è al momento disponibile. Ci scusiamo per il disagio.

Bpm mostra i muscoli

Migliorano gli indici patrimoniali, calano le sofferenze sui crediti e l’indebitamento. Sul mercato, però, il titolo vola sopra il nostro prezzo obiettivo. 

Francesco Lavecchia 08/08/2014 | 17:20
Facebook Twitter LinkedIn

Buona la seconda per Bpm. Il periodo maggio giugno si è chiuso con molti segnali incoraggianti rispetto al primo trimestre, sia dal lato economico che da quello finanziario. Il mercato ha applaudito, complice anche la buona intonazione del comparto a Piazza Affari. Il titolo è salito a quota 0,57 euro (+7% circa) e ora è scambiato a premio rispetto al nostro target price che è pari a 0,47 euro (la valutazione si basa sulla metodologia Morningstar sul rating quantitativo, che deriva l’obiettivo di prezzo, i giudizi sul posizionamento settoriale dell’azienda e sulla volatilità dei risultati della stessa dall’utilizzo di un modello statistico).  

Utile in crescita a +81,3% 
I risultati dei tre mesi che vanno da marzo a giugno hanno evidenziato, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, una crescita del margine per interesse del 3,2% e un calo degli oneri operativi dell’1,4%. Questo, insieme ad una plusvalenza di 103 milioni di euro derivante dalla cessione di una parte della quota detenuta in Anima Holding ha prodotto nel primo semestre un utile netto pari a 191,5 milioni di euro, in crescita dell’81,3% rispetto al 2013.

In forte miglioramento anche le finanze dell’istituto di credito meneghino. La liquidità complessiva iscritta a bilancio è rimasta su buoni livelli, pari al 12% dell’attivo. I crediti deteriorati sono calati per la prima volta negli ultimi cinque trimestri (-0,1% rispetto ai primi tre mesi del 2014) e il loro grado di copertura è salito al 36,9%. Mentre il coefficiente patrimoniale Tier 1 (che misura la solvibilità degli istituti di credito misurando la quantità di capitale che consente di assorbire le perdite senza dover intaccare gli interessi dei depositanti) è salito dal 7,8% del marzo scorso all’11,8%.

Patrimonio più solido
Le stime del nostro modello confermano per Bpm una situazione finanziaria solida, mentre non indicano la presenza di un vantaggio competitivo (Economic Moat). Il settore bancario è fortemente concorrenziale e gli istituti di credito offrono ormai prodotti standardizzati. L’unico modo per generare rendimenti del capitale superiori alla media è quello di abbattere i costi di produzione  grazie a elevate economie di scala. Ma questo non è il caso di Bpm. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures