Chiusura negativa per i listini asiatici con l’indice Msci della regione che ha fatto segnare -0,1%. Gli operatori non si fanno contagiare dall’ottimismo di Wall Street e preferiscono approfittare di alcune deludenti trimestrali per raccogliere i profitti fin qui accumulati. Ieri il Nasdaq ha messo in fila la quinta seduta positiva, ritoccando i massimi degli ultimi 14 anni, mentre il Dow Jones è a poco più di 200 punti dal suo record.
A far prevalere le vendite sulle Borse della regione ha contribuito la cattiva intonazione del comparto minerario, danneggiato dai dati e dall’annuncio della compagnia australiana Bhp Billiton di operare uno spin-off (separazione) delle attività del carbone, argento e alluminio. A Shanghai l’indice Composite ha ceduto lo 0,23%, penalizzato dai ribassi dei titoli del settore immobiliare ed energetico, mentre l’Hang Seng di Hong Kong ha fatto segnare +0,23%. Tokyo ha invece chiuso piatta a +0,03% una seduta caratterizzata dai bassi volumi scambiati.
Attesa per la Fed
Apertura debole per i listini di Eurolandia. Il dato dell’inflazione americana che ha trainato le Borse nella seduta di ieri fa sperare che la Federal Reserve dia seguito alla sua politica monetaria accomodante, ma le reali intenzioni della banca centrale americana saranno chiarite in serata, quando verranno pubblicati i verbali della sua ultima riunione nel mese di luglio. Per il resto, la giornata non presenta spunti di grosso interesse né sul fronte macroeconomico né su quello societario.
Tonfo di Luxottica
A Milano il Ftse Mib ha aperto a +0,05%. In rialzo i titoli del settore energetico guidati da Snam, che guadagna oltre l’1% sulla spinta della promozione degli analisti. In forte difficoltà Luxottica, dopo le speculazioni circa il possibile addio dell’amministratore delegato, Andrea Guerra. Male anche Buzzi Unicem. Prevalgono le prese di profitto, invece, sulle azioni Mediolanum. Spread stabile a quota 159 punti base. La moneta unica è scambiata a 1,33 contro il dollaro.
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