L’Europa dimentica anche la Cina. I listini del Vecchio continente hanno chiuso con il segno meno dopo aver fatto ancora i conti con le questioni geopolitiche. A condizionare il trading, spiegano gli operatori, sono state soprattutto le incertezze intorno alla crisi fra Russia e Ucraina e alla possibilità di un distacco della Scozia dal Regno Unito. Elementi che hanno messo in secondo piano la notizia che Pechino è pronta a varare nuovi piani (facilitazioni per gli investimenti esteri e protezione della proprietà intellettuale) per stimolare l’economia domestica.
A Milano, dove l’indice Ftse/Mib ha finito invariato, è stata una giornata difficile per il comparto del lusso. Bene invece, Fiat. Il mercato fin dalla mattina ha speculato sulla possibile creazione di un polo del lusso con Maserati e Alfa Romeo e sulla quotazione o di Ferrari o di tutto il comparto. L’amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, nel corso della conferenza stampa con il presidente della casa di Maranello, Luca Cordero di Montezemolo (che lascerà il posto a metà ottobre) a chi gli chiedeva se Ferrari potesse entrare nel polo del lusso ha risposto di no. Non ha dato indicazioni chiare, invece, per quanto riguarda un’eventuale quotazione del Cavallino.
New York negativa
Wall Street, dopo un inizio incerto, si è portata in territorio negativo. Gli investitori cercano spunti, mentre l’attenzione comincia a spostarsi sulla Federal Reserve, chiamata la settimana prossima a prendere decisioni cruciali e a dare indicazioni sulla futura traiettoria dei tassi di interesse. I riflettori sono puntati sul presidente Usa, Barack Obama, che, in un discorso alla nazione in serata, spiegherà la strategia di Washington in Siria.
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