A settembre, migliora il sentiment dei gestori sulle piazze finanziarie europee e sull’Italia, dopo i minimi toccati a luglio. E’ quanto emerge dall’ultimo sondaggio mensile condotto da Morningstar tra le principali case di investimento che operano in Italia a cui hanno partecipato 31 asset manager e strategist.
Nel complesso, il Morningstar Italy Investment Sentiment index (Miisi), costruito sulla base delle probabilità attribuite a diversi scenari (mercati in salita, stabili o in discesa) su un orizzonte di sei mesi, mostra un maggiore orientamento verso le azioni rispetto a luglio, nonostante la corsa dei listini nell’ultimo mese.
Eurozona, focus sulla Bce
A settembre, l’indice di sentiment sulle Borse europee si attesta a 66,53 punti, dai 61,88 di luglio (dove 100 rappresenta la massima certezza di rialzo e 0 di ribasso). Nonostante non abbia riconquistato il livello di giugno (75,2), il più elevato dall’inizio dell’anno, mostra che i gestori sono ancora convinti che ci sia valore nelle azioni europee. Prevedono, inoltre, che i mercati beneficeranno delle politiche monetarie espansive della Banca centrale e della discesa della moneta comunitaria nei confronti del dollaro. Il fattore di maggiore preoccupazione è quello politico, in particolare le tensioni tra Russia e Ucraina.
Piazza Affari, attesa per le riforme
Il sentiment sull’Italia è sostanzialmente in linea con il resto dell’Eurozona. L’indice Miisi è passato dai 64,72 punti di luglio, il livello più basso da gennaio, a 68,33. I gestori seguono con attenzione i processi di riforma e mostrano un certo grado di fiducia sul loro completamento.
Più ottimismo su Wall Street
Si muove in territorio più positivo, l’indice di sentiment sulla Borsa di New York, passando dai 56,48 punti di luglio ai 61,48 di settembre. Ad agosto, Wall Street ha continuato a registrare forti guadagni, inglobando nei prezzi i buoni dati macroeconomici. I gestori rimangono ottimisti sui prossimi mesi, anche se guardano con attenzione alle prossime decisioni di politica monetaria. Il mercato si trova, infatti, in un periodo di transizione tra una fase guidata dalla liquidità e una trainata dalla crescita congiunturale.
Tokyo, sentiment stabile
Si mantiene stabile intorno a 69 punti il sentiment sulla Borsa di Tokyo, che fatica a tenere il passo con i mercati azionari occidentali. Sul fronte macroeconomico, non mancano segnali positivi nella direzione di un’uscita dalla deflazione, ma esistono ancora delle incognite, a partire dall’impatto dell’aumento dell’imposta sui consumi.
Emergenti in ripresa
Rispetto all’inizio dell’anno, i gestori hanno assunto un atteggiamento più positivo verso i mercati emergenti. A settembre, l’indice Miisi si è attestato a 64,52 punti (61,85 a luglio). Come si legge in una nota di Exane Derivatives, questi paesi stanno registrando un miglioramento delle prospettive di crescita economica grazie, in particolare, al supporto delle esportazioni. In un contesto di questo tipo, nel 2015, il principale driver sarà l’aumento degli Eps (utili per azione), riconducibile al miglioramento dei fondamentali societari. Gli intervistati, tuttavia, non nascondono la preoccupazione per la situazione geopolitica, in particolare per le tensioni tra la Russia e l’Ucraina e per le ripercussioni sui paesi dell’Europa orientale.
BTp, indice ancora giù
Nel reddito fisso, la principale novità è rappresentata dalla discesa dell’indice Miisi sui prezzi del BTp italiano a 43,68 punti, un livello che indica un allontanamento dei gestori dalla posizione di neutralità verso uno scenario negativo. Peggiora, anche se in modo lieve, il sentiment sul Bund tedesco, considerato come riferimento per il mercato obbligazionario europeo, mentre rimangono stabili le aspettative sui trend dei prezzi dei titoli governativi statunitensi. L’area euro si trova a dover fronteggiare il rischio di deflazione e i gestori attendono di vedere quale sarà l’impatto delle prossime mosse della Bce, mentre oltreoceano la Federal Reserve prosegue il tapering (la fine della politica monetaria ultra-espansiva).
Sui mercati emergenti, aumentano le probabilità di uno scenario positivo, con il Miisi che sale a 51,22 punti dai 48,23, ossia sopra il livello di neutralità. I gestori sono consapevoli del fatto che queste aree sono sensibili alle decisioni della Banca centrale americana, ma pensano che il tapering sia già stato in parte assorbito nei prezzi.
Euro, sentiment ai minimi
L’indice Miisi sul rapporto di cambio tra euro e dollaro scende a quota 30,69 punti, il livello più basso dall’inizio dell’anno. I gestori si aspettano un ulteriore calo della moneta comunitaria a fronte delle diverse politiche monetarie intraprese dalle Banche centrali, con benefici per l’economia.
Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra l’1 e l’8 settembre, 31 gestori e strategist delle principali case di gestione e intermediazione operanti sul territorio. I partecipanti appartengono alle seguenti società: Albemarle AM, Aletti Gestielle, Allianz Global Investors, Bnp Paribas IP, Boost Etp, Carmignac Gestion, CFO Sim, Consultinvest Sgr, East Capital, Ersel AM, Ethenea Indipendent Investor, Eurizon Capital, Exane Derivatives, FIA AM, Generali Investments Europe, InvestBanca, Investec AM, Investitori Sgr, La Française des Placements, Lemanik AM, MoneyFarm Sim, Nemesis, Petercam Institutional AM, Pioneer Investments, Syz AM, Threadneedle Investments, Union Bancaire Privée, VG AM.
Morningstar Italy Investment Sentiment Index (MIISI)
Il Morningstar Italy Investment Sentiment Index (MIISI) è un indice di sentiment elaborato dal team locale di analisti di Morningstar. È basato su un questionario inviato ogni mese alle principali case di gestione e intermediazione italiane ed estere alle quali viene chiesta una previsione a sei mesi sui principali mercati azionari, obbligazionari e valutari. In particolare, gli intervistati devono esprimere il loro livello di confidenza rispetto a tre scenari di mercato (in crescita, stabile e in discesa). I risultati vengono aggregati al fine della costituzione dell’indice. I segmenti sono dieci: mercati azionari europei, italiano, statunitense, giapponese e emergenti; titoli di stato decennali tedesco, statunitense, italiano e debito emergenti; cambio euro/dollaro. Per ciascun segmento il valore massimo è 100 (certezza della crescita del mercato) e il valore minimo è 0 (certezza del ribasso). La base è 50, che indica una posizione neutrale o di mercato stabile.
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