Lo shopping di CNH Industrial non entusiasma il mercato. Il tre settembre il gruppo ha annunciato il raggiunto accordo per l’acquisizione di Miller-St. Nazianz, società produttrice di macchinari agricoli (irroratrici di pesticidi) e già sua fornitrice. Date le piccole dimensioni di quest’azienda (circa 260 dipendenti rispetto a gli oltre 71.000 di CNH), l’operazione non ha prodotto scossoni in Borsa e anche i nostri analisti hanno confermato il target price del titolo a quota 11 dollari (per le azioni sul Nyse). L’ad di CNH, Rich Tobin, non ha fatto riferimento al costo di questa operazione ma, viste le negative previsioni per il comparto, ci aspettiamo che la transazione si possa concludere a prezzi convenienti e che altre buone occasioni di investimento possano presentarsi nel prossimo futuro.
Profittabilità ancora bassa
L'azienda, frutto della fusione tra CNH Global (macchine agricole e movimento terra) e Fiat Industrial (ex controllata del gruppo Fiat), ricava circa i due terzi del fatturato e oltre il 75% del reddito operativo dalle attività legate all’agricoltura e ricopre la seconda posizione all’interno del settore alle spalle del colosso Deere. Nonostante CNH abbia conquistato un’elevata quota di mercato e sia leader assoluta in particolari nicchie di prodotto (come quella dei macchinari compatti), non gode a nostro avviso di una posizione di vantaggio competitivo (Economic Moat).
La fusione con Fiat Industrial ha avuto l’effetto di comprimere la profittabilità di CNH Global. Questo è evidenziato dall’esiguo margine tra la redditività media del capitale degli ultimi tre anni (circa l’11%) e il suo costo medio (8,6%).
Le previsioni degli analisti
“Ci aspettiamo che la redditività del gruppo migliori nei prossimi anni grazie all’incremento della domanda, anche se non prevediamo che possa tornare sui livelli raggiunti in passato”, dice Kwane Webb analista azionario di Morningstar. “Le nostre stime per i prossimi cinque anni sono di una crescita del fatturato a un tasso medio del 3% in seguito alla contrazione delle attività legate al settore agricolo, frenato dal negativo andamento del prezzo del grano”.
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