Questa volta, a fare lo sgambetto alle Borse ci hanno provato gli Usa. La fiducia dei consumatori americani è scesa in settembre a 86 punti dai 93,4 di agosto. Il dato pubblicato oggi dal Conference Board è inferiore alle attese degli analisti che si attendevano un ribasso a 92,5 punti. Nel mese la componente che misura il giudizio sulle attuali condizioni di business è scesa a 89,4 punti da 93,9, mentre l'indice delle attese è crollato di quasi dieci punti, a 83,7.
Alle Borse europee, che avevano passato la giornata con il segno più, questi numeri hanno consigliato di tirare i freni. Poi sono tornati a prevalere i ragionamenti improntati all’ottimismo. Come quello di un nuovo intervento di sostegno da parte della Bce.
Milano ha guadagnato l’1,78%. Merito soprattutto del comparto bancario. Bene anche Finmeccanica: si profila un derby tra Cina e Giappone per l’acquisto di AnsaldoBreda e del 40% di Ansaldo Sts. Debole invece Fiat, penalizzata (insieme all'intero settore auto europeo) dal profit warning di Ford.
New York nervosa
Wall Street, dopo una partenza in lieve rialzo, ha iniziato a muoversi in maniera altalenante. Ad alimentare le vendite sono le notizie macro: oltre al dato sulla fiducia dei consumatori, anche l'indice Pmi di Chicago, che misura l’outlook delle aziende nella regione è sceso a settembre. Pure l'indice Case Shiller dei prezzi delle case ha deluso: nei dodici mesi terminati a luglio i prezzi nelle principali 20 città sono saliti del 6,7%, il passo più lento dal 2012 e meno del 7,3% atteso dagli analisti. A invogliare gli acquisti sono invece alcune notizie che riguardano operazioni di fusione e acquisizione.
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