Chi ha tanti soldi vive come un pascià e a piedi caldi se ne sta, cantava Betty Curtis in pieno boom economico. Un po’ quello che viene da pensare leggendo l’edizione 2014 del Wealth-X and UBS Billionaire Census, uno studio dedicato proprio ai super paperoni, categoria che non ha troppa familiarità col termine “crisi”. Anzi, la verità è che sembrano passarsela piuttosto bene. Parliamo della fascia in assoluto più esclusiva della clientela dei private banker, il non plus ultra di quella classe sociale che viene definita come “i ricchi”.
Secondo il report, infatti, durante lo scorso anno (giugno 2013 – giugno 2014) la popolazione mondiale degli ultra ricchi è cresciuta del 7%, arrivando a quota 2.325 individui che, insieme, possiedono 7.300 miliardi di dollari, più dell’intera capitalizzazione del Dow Jones, circa il 4% della ricchezza globale.
Ma attenzione, perché i ricchi non sono tutti uguali. Usando un linguaggio tecnico, si parte dai Hnwi (High net worth individual), coloro che hanno un patrimonio personale superiore al milione di dollari, seguiti dai Vhnwi (Very high net worth individual), con oltre 5 milioni di ricchezza personale; poi ci sono gli Uhnwi (Ultra high net worth individual), che possono vantare asset sopra ai 30 milioni, e infine troviamo loro, i billionaire, con un patrimonio personale superiore al miliardo di dollari, a cui lo studio è dedicato.
“I membri di questo gruppo di individui ultra ricchi costituiscono uno dei club più esclusivi del mondo, vi è un solo miliardario per ogni tre milioni di persone”, si legge nel report. “Anche se le dimensioni complessive della popolazione dei paperoni è piccola, il loro impatto sull’economia globale è significativo”.
Europa prima, boom dell’Asia
Lo studio mostra che il Vecchio continente è la prima regione per numero di miliardari (775) e anche per ricchezza posseduta (2.370 miliardi). Perfino in Grecia c’è un trend positivo: secondo lo studio, ci sono 11 miliardari di nazionalità greca (due in più rispetto al 2013) e il valore totale delle loro proprietà raggiunge i 14 miliardi, in aumento rispetto ai 12,4 miliardi nel 2013.
L’Asia, tuttavia, ha segnato la crescita più impressionante, con le fortune dei paperoni cresciute del 18,7% l’anno passato. Il numero di miliardari asiatici è cresciuto del 10%, con 52 nuove entrate, 33 cinesi. In controtendenza il Medio Oriente (-2%) e l’Africa (-4,8%).
Gli Stati Uniti mantengono il primato per quanto riguarda la classifica dei singoli stati con 571 billionaire, seguiti dalla Cina con 190, il Regno Unito con 130 e la Germania con 123 miliardari.
Passaggio tra generazioni
“Indubbiamente c’è stata un’ondata massiccia di ricchezza intergenerazionale, dai baby boomer agli eredi. Questo ha avuto un impatto profondo”, prosegue lo studio. “I miliardari con ricchezza in parte ereditata hanno rappresentato il segmento a più rapida crescita nel 2014 e probabilmente questo trend proseguirà nei prossimi anni. Tuttavia, una delle caratteristiche comuni dei billionaire è la loro imprenditorialità. Nella maggior parte dei casi, infatti, il raggiungimento di questo status richiede più di una semplice eredità: l’81% dei miliardari hanno fatto la maggior parte della loro fortuna da soli”.
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