Con ogni probabilità il 2014 sarà un anno record per la raccolta degli Exchange traded product. I replicanti, infatti, vengono sempre più utilizzati come strumento per posizioni di breve periodo, perciò i rendimenti riflettono fedelmente quello che viene definito il sentiment degli investitori.
Secondo i dati Morningstar, nel terzo trimestre dell’anno tra il miglior Etp (in termini di rendimento) e il peggiore ci sono quasi 50 punti percentuali (prendendo in considerazione quelli quotati su Borsa Italiana ed escludendo i replicanti strutturati, cioè a leva o short). Prova del fatto che la scelta del prodotto fa la differenza.
I promossi
La tabella sottostante dice chiaro e forte che aver puntato sui mercati in via di sviluppo asiatici è stata la scelta vincente del terzo trimestre: Cina, Vietnam e Thailandia entrano nella top ten con replicanti a loro dedicati, oltre a uno strumento allargato agli emerging dell’intera regione e altri due sui mercati di frontiera. Chiude la classifica un Etf dedicato all’healthcare statunitense, settore che l’emergenza ebola ha riportato sotto i riflettori (clicca qui per approfondire).
I bocciati
Erano partite benissimo nel primo trimestre, ma ora sono scivolate tra le asset class più in difficoltà. Si tratta delle commodity agricole, con l’eccezione del caffè, che guadagna addirittura il secondo posto tra le scelte migliori. Grano, zucchero, frumento, soia, cotone sono tra le materie prime con i peggiori rendimenti, anche se si tratta di strumenti coperti dal rischio di cambio (i valori delle commodity sono espressi in dollari) che quindi hanno risentito di un euro molto forte (clicca qui per leggere). Un investimento alternativo come quello sulle terre rare, invece, è tra i peggiori dall’inizio dell’anno.
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