Il mercato è scettico sulle capacità di Tullow di continuare a creare valore e sconta il titolo della oil company inglese del 45% rispetto alla nostra stima di prezzo obiettivo che è pari a 12 sterline per azione.
Pessimismo ingiustificato
I risultati ottenuti dal gruppo energetico britannico nei primi anni 2000 nelle attività di esplorazione di nuovi siti estrattivi sono stati senza dubbio tra i migliori del settore. Dal 2003 a oggi le sue riserve di greggio sono salite da 18 milioni di barili a 1,4 miliardi di barili, ma gli ultimi cinque anni sono stati deludenti e il operatori hanno voltato le spalle alla società energetica che ha visto calare la sua capitalizzazione di mercato del 31% dal settembre 2013 (dato al 24 settembre 2014).
“Al momento non condividiamo questa visione pessimistica e crediamo che gli scarsi successi ottenuti di recente non compromettano le prospettive future di Tullow”, dice Stephen Simko analista azionario di Morningstar. “La realtà è che tutti i progetti di esplorazione hanno un’alta probabilità di fallimento (negli anni più favorevoli la percentuale di successo è solo del 30%). Questo spiega perché i risultati nel breve termine possono essere deludenti. Ma su orizzonti temporali di lungo termine questa volatilità tende a ridursi e Tullow a nostro avviso ha le potenzialità per continuare a creare valore per gli azionisti”.
Le previsioni degli analisti
I risultati del primo semestre della compagnia britannica, annunciati a fine luglio scorso, sono stati in linea con le guidance date in precedenza dal management. Tullow ha annunciato l'intenzione di ridurre la spesa in esplorazioni nel 2015 a 600-800 milioni di dollari (dal precedente miliardo di dollari del triennio 2012-14). Nessun programma di perforazione on-shore o off-shore è stato per ora cancellato e quindi crediamo che questa decisione vada nella direzione di una maggiore disciplina di impiego del capitale. Per i prossimi cinque gli analisti di Morningstar ipotizzano una crescita media del fatturato del 7% e un significativo miglioramento dei margini di profitto che dovrebbe salire dall’attuale 13% al 52% nel 2018.
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