Il dibattito sulla gestione attiva versus passiva rimane infuocato, con i sostenitori dell’una e dell’altra parte che difendono le loro posizioni, snocciolando statistiche e analisi. Ma una volta che si sono chiariti sui temi chiave, entrambi riconoscono che non si può ragionare in termini di “bianco o nero”, ma ci sono aspetti postivi sia nell’una che nell’altra strategia.
Sicuramente, la maggior parte dei sostenitori dell’investimento passivo riconosce che ci sono gestori attivi che fanno un buon lavoro, talvolta con un alto grado di consistenza nel tempo dei risultati. Il problema è trovarli. Per contro, i difensori dell’active investing mostrano apprezzamento per alcuni emittenti di prodotti indicizzati, come gli Etf. Per esempio, riconoscono la flessibilità e la possibilità che essi danno al vasto pubblico di accedere ad attività finanziarie un tempo riservate a pochi.
Nozze possibili?
La risposta al dibattito potrebbe essere di prendere gli aspetti positivi di entrambe le strategie e fonderli in una sola. Pensiamo, ad esempio, agli “active Etf”, strategie di investimento attivo impacchettate in Etf. Questi strumenti non vanno confusi con gli “strategic beta”, che replicano la performance di un indice non tradizionale, perché il loro obiettivo è di ottenere un ritorno superiore al benchmark. In altre parole, aspirano a fornire alpha.
Sin da quando ho cominciato ad occuparmi di Etf, ho sentito parlare di Etf attivi come un segmento con forti potenzialità di crescita. In realtà, rimane una parte minoritaria (contano solo per l’1% del mercato europeo degli Etp in termini di patrimonio).
I punti critici
Sulla carta, possono apparire strumenti eccezionali. Perché dunque non sono ancora decollati? Come spesso accade, la teoria è diversa dalla realtà. Ci sono diversi fattori che rendono critici lo sviluppo degli Etf attivi e la loro distribuzione.
E’ bene ricordare che gli Etf sono fondi negoziati come azioni in Borsa, per cui devono adottare i più alti standard di trasparenza in termini di titoli in portafoglio, in modo da garantire la loro valutazione in tempo reale, spesso su più listini. Purtroppo, la trasparenza non è uno dei punti forti di molti gestori attivi, i quali giustificano il riserbo sulle loro scelte con la necessità di non essere copiati dai concorrenti.
Dal punto di vista di un emittente di Etf, ha senso avere strumenti a gestione attiva solo se il gestore è riconosciuto come uno in grado di generare alpha. Il gruppo di manager con queste caratteristiche è piuttosto ristretto.
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