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Il prezzo del greggio non frena Schlumberger

I dati dell’ultima trimestrale mostrano un miglioramento dei margini di profitto nonostante il negativo trend delle quotazioni dell’oro nero. I nostri analisti confermano, per ora, il fair value a 145 dollari per azione. 

Robert Bellinski 04/11/2014 | 12:25
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Schlumberger non risente della debolezza del prezzo del petrolio. I risultati del terzo trimestre indicano ricavi in crescita e margini di profitto in espansione. Ma se le quotazioni della materia prima dovessero mantenersi attorno agli 80 dollari al barile ancora per molto tempo i nostri analisti potrebbero ridurre il fair value del titolo. Al momento, però, le azioni del gruppo statunitense leader nei servizi per il settore energetico sono scontate di oltre il 30% rispetto al nostro obiettivo di prezzo che è pari a 145 dollari.

I dati della trimestrale
Nei tre mesi che vanno da luglio a settembre scorso, l’azienda ha registrato una crescita del fatturato del 4% rispetto al trimestre precedente grazie alle buone performance in Nord America (+9%). Il mercato internazionale, invece, ha registrato un aumento dei ricavi del 3%. L’America latina ha fatto segnare +10%, ma il rallentamento dei progetti in Russia e in Iraq, a causa delle tensioni politiche che stanno interessando questi paesi, hanno inciso in maniera significativa sull’andamento piatto delle vendite nelle aree Europe/CIS/Africa e Medio Oriente/Asia.

L’andamento poco brillante delle attività fuori dai confini domestici non ha comunque pesato sulla profittabilità dell’azienda. Il margine operativo è cresciuto del 7% su base sequenziale e del 12% rispetto allo scorso anno con miglioramenti registrati in entrambi i due mercati (interno e internazionale). Le nostre previsioni vedono il fatturato in crescita del 6,4% nel 2014 e ad un tasso medio del 7,6% nei restanti nove anni. Il margine operativo dovrebbe registrare un significativo miglioramento dall’attuale 19% al 27% nel 2023.

La parola all'ad
L’ad di Schlumberger Paal Kibsgaard ha ammesso nell’incontro con gli analisti che la debole congiuntura economica in Europa e Cina sta frenando la domanda di greggio, ma si è mostrato ugualmente fiducioso sul futuro andamento del mercato della materia prima. La produzione mondiale dovrebbe infatti aumentare di 1,1 milioni di barili al giorno per soddisfare la domanda di petrolio nel 2015. Questo rende poco probabile, a suo avviso, che l’OPEC continui a sottoutilizzare la sua capacità produttiva. Quello che è difficile da prevedere è la modalità in cui il greggio verrà prodotto, tuttavia l’elevata scala di produzione, la forte presenza sui mercati internazionali e in ogni ramo del settore energy le garantiscono una posizione di vantaggio rispetto ai suoi competitor (Economic Moat).  

 

Per leggere l'analisi completa su Schlumberger clicca qui.

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Robert Bellinski  Robert Bellinski is a stock analyst on the Energy Team.

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