Telecom Italia non fa sorprese

La trimestrale indica un calo del fatturato, dei margini e del numero di abbonati. Difficoltà anche in Brasile. I risultati sono in linea con le stime dei nostri analisti che confermano il fair value del titolo a 0,94 euro.

Allan C. Nichols, CFA 07/11/2014 | 12:53
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Numeri amari per Telecom Italia, ma coerenti con le nostre previsioni. I nostri analisti, dopo i dati del terzo trimestre, lasciano invariata la stima del prezzo obiettivo per il titolo della compagnia italiana a 0,94 euro, in sostanziale equilibrio con le ultime quotazioni di mercato.

I dati relativi ai primi nove mesi del 2014 hanno indicato un calo del fatturato del gruppo del 9,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il tasso col quale si stanno riducendo i ricavi è però decrescente, e questo supporta le nostre previsioni di fine anno per una discesa complessiva delle vendite dell’8,4%.

Rallenta il calo del mobile
Preoccupa il -3,7% relativo alla voce clienti mobile (ora attorno ai 30,4 milioni). In discesa rispetto allo scorso anno anche l’Arpu (Average revenue per user, cioè il ricavo medio per cliente). Ma il progresso registrato rispetto al secondo trimestre è un segnale che la guerra sulle tariffe di telefonia mobile in Italia è vicina alla fine. Questo potrebbe portare a una stabilizzazione del segmento.

Negativi anche i numeri del segmento fisso. Rispetto ai primi nove mesi del 2013 le entrate sono scese del 6,7% e ci aspettiamo che questa tendenza prosegua anche nei prossimi anni trascinando al ribasso il segmento Italia.

Salgono i margini in Brasile
Il taglio dei tassi di terminazione (costo pagato per il transito delle chiamate sulla rete di un altro operatore mobile) e la contrazione dei ricavi generati dagli Sms hanno condizionato la performance del Brasile (-2,5% anno su anno per i primi nove mesi). E’ positivo, comunque, che a fronte di un calo dei ricavi il segmento Brasile abbia registrato un miglioramento dei margini di profitto. Questo dimostra il buon lavoro dell’azienda nel tagliare le spese di gestione.

L’Ebitda complessivo del gruppo è salito dal 40,7% del 2013 all’attuale 41,2%. Le nostre previsioni indicano margini di profitto stabili anche nei prossimi anni poiché la razionalizzazione dei costi operativi permetterà di compensare il negativo andamento del fatturato. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Allan C. Nichols, CFA  Allan C. Nichols, CFA, is a senior stock analyst and international investing specialist with Morningstar.

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