Indicazioni macro e valutazioni dell’equity hanno condizionato la seduta delle Borse europee che hanno finito la giornata con il segno meno. Secondo il super-indice elaborato dalla Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, (Ocse, il cui indicatore mira ad anticipare i punti di svolta dell’attività economica rispetto al trend), la crescita in Europa si prospetta ancora debole, mentre si preannuncia stabile la tendenza nella maggior parte delle altre principali economie. A settembre l’indicatore si è fermato a 100,4 punti per l’area Ocse, in calo di 0,01 punti rispetto ad agosto. Per l’Eurozona, che è ferma a 100,7 punti (-0,06), l’indicatore mostra “una perdita di slancio della crescita, con i maggiori segnali di rallentamento nel caso di Germania e Italia”, dice un comunicato dell’Ocse. La Germania ha segnato in assoluto il maggiore arretramento del super-indice (-0,28 a 99,6) con una flessione su base annua di 1,04. L’Italia cede lo 0,03 come ad agosto. Gli operatori ne hanno approfittato per alleggerire le posizioni sui titoli considerati troppo cari.
A Milano, dove l’indice Ftse/Mib ha segnato -2,87%, la giornata è stata caratterizzata dalle vendite sui titoli degli istituti di credito. Le trimestrali delle banche italiane, spiegano gli operatori, hanno rivelato conti in chiaroscuro, con alcuni risultati sopra le attese e altri al di sotto. Le vendite, però, sono state generalizzate. Male anche Enel, dopo che la società ha alzato il target sul debito a fine anno. Giù Campari, che ha risentito della flessione dell'utile prima delle imposte del 21,8% a 116,9 milioni nei primi nove mesi dell'anno. In salita Mediaset dopo la trimestrale diffusa ieri e le indicazioni positive sul quarto trimestre. Acquisti anche su Moncler.
New York rallenta
Dopo cinque sedute consecutive da record, Wall Street si prende una pausa. Gli investitori reagiscono a dati macroeconomici deludenti in Europa, a notizie di soldati russi entrati in Ucraina e prezzi del greggio in calo, oltre alla multa da 3,4 miliardi di dollari imposta a cinque banche per manipolazione dei mercati valutari.
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