Il processo di investimento è uno dei pilastri della ricerca Morningstar, che porta all’attribuzione dell’Analyst Rating. L’obiettivo è comprendere la strategia del fondo e verificare se esiste un vantaggio competitivo che permetta al management di eseguirla bene e con continuità nel tempo.
Abbiamo indagato sui processi di investimento dei fondi coperti dal rating qualitativo e gestiti dai fund manager che hanno partecipato alla Morningstar Investment Conference di Milano.
Pioneer Funds Euroland Equity
La strategia è uno dei fattori vincenti di Pioneer Funds – Euroland Equity, gestito da Fabio Di Giansante dal 2006, un azionario area euro, che investe in società a larga capitalizzazione. In particolare, è vincente la capacità di generare extra-rendimenti attraverso la selezione di titoli di società in grado di incrementare gli utili e i ricavi grazie al posizionamento competitivo su mercati in espansione. Altri due requisiti fondamentali sono la qualità del management e dei bilanci e le valutazioni attraenti. Ne deriva un portafoglio di dimensioni contenute (35-45 azioni), con una componente fondamentale, detenuta a medio-lungo termine, e una più opportunistica. Quest’ultima permette di navigare nelle diverse fasi del ciclo di mercato. Nel complesso, il fondo ha avuto un rendimento superiore alla media di categoria dal 2006 al 2013 e si è guadagnato il rating Silver da parte degli analisti (su una scala che va da Gold a Negative).
Franklin Mutual European
Il giudizio degli analisti di Morningstar sul processo di investimento adottato da Philippe Brugere-Trelat e dal co-gestore Katrina Dudley è positivo e contribuisce in modo significativo all’assegnazione del massimo del rating (Gold). Il loro approccio pone molta enfasi sul rischio al ribasso e sulle valutazioni. Ricercano, infatti, società con flussi di cassa sostenibili e fortemente a sconto. Evitano quindi le aree di mercato protagoniste dei rally, con la possibilità di sotto-performance nelle fasi Toro. Ma la caratteristica vincente del comparto è proprio il suo orientamento difensivo, che in passato lo ha portato a contenere le perdite anche nei periodi di crisi più acuti e a offrire rendimenti più regolari nel tempo. I gestori possono anche usare la liquidità, come rete di protezione quando non trovano valutazioni ragionevoli o le vendite si abbattono sui listini (ad esempio nel 2008, ha superato il 20% del patrimonio).
Aberdeen World Equity
L’analisi fondamentale sui titoli che formano il portafoglio di questo fondo globale è l’elemento distintivo rispetto alla maggior parte dei concorrenti, che utilizzano criteri quantitativi per fare la prima scrematura delle aziende. Il team di gestione, guidato da Stephen Docherty, privilegia le imprese con bilanci trasparenti e strategie di business chiare e cerca di individuare le anomalie nei prezzi da una prospettiva globale. Storicamente il fondo ha mantenuto un sotto-peso sugli Stati Uniti e ha mostrato buoni rendimenti nelle diverse fasi del ciclo di mercato, comprese quelle di debolezza. Il rischio è considerato in termini assoluti e non in relazione al benchmark. La solidità del processo di investimento ha prodotto buone performance corrette per il rischio in modo continuativo nel tempo ed è stato un elemento determinante nell’assegnazione del rating Silver.
Allianz Euroland Equity Growth
Matthias Born, che gestisce il fondo da ottobre 2009, in stretta collaborazione con Thorsten Winkelmann, adotta un approccio basato sullo stock picking. Il manager privilegia le società che mostrano una capacità di crescita “strutturale” nel lungo periodo, ossia che hanno un vantaggio competitivo in termini, ad esempio, di leadership tecnologica, di costi, di modello di business o di posizionamento di mercato. La strategia determina un basso turnover del portafoglio e ha portato a rendimenti superiori alla media degli azionari Eurozona large cap, con una volatilità più bassa. Tutti questi fattori, uniti alla forte esperienza del gestore sulle Borse dell’area, in particolare quella tedesca, che ha un ruolo cruciale nei portafogli specializzati sui mercati europei, fanno sì che i nostri analisti attribuiscano un rating pari a Silver.
Anima Star Europa Alto Potenziale
Lars Schickentanz, che è gestore del fondo, nonché responsabile del desk azionario di Anima, adotta un approccio flessibile basato su tre diverse leve: l’asset allocation, lo stock picking e i pairs trade. “La definizione di temi di investimento (quali ad esempio il recupero dei Paesi periferici dell’Eurozona, i mobile payments) guida le scelte dei primi due fattori”, spiega Francesco Paganelli, analista di Morningstar. “L’asset allocation prevede sia l’utilizzo tattico della percentuale di liquidità, sia la gestione dinamica dell’esposizione netta azionaria e valutaria. La selezione dei titoli e l’allocazione settoriale seguono logiche sia di tipo tattico che di tipo strategico. In aggiunta, i pairs trade (combinazione di posizioni corte e lunghe su titoli dello stesso settore, Ndr) e l’attività di trading rappresentano opportunità relative, idealmente decorrelate dai mercati e senza sovrapposizioni con i titoli “core” del portafoglio”. Il turnover di portafoglio è elevato e pochi titoli restano per più di dodici mesi. “Nel complesso, si tratta di un approccio originale e a tratti rischioso”, conclude Paganelli. “In mani sbagliate potrebbe dare luogo a risultati deludenti, ma a nostro avviso l’esperienza e le specializzazioni del team sono tali da poter sostenere una buona esecuzione, come peraltro già dimostrato in passato”. Per questa ragione, il rating è Bronze.
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