VIDEO: Italia Independent comunica a vista

Il gruppo combina il core business dell’occhialeria con quello della comunicazione e dei prodotti lifestyle. Un modello di business finalizzato alla valorizzazione del brand e che, al momento, non penalizza i margini. 

Francesco Lavecchia 18/11/2014 | 10:24
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Francesco Lavecchia: Benvenuti alla Morningstar Investment Conference di Milano. Sono in compagnia di Andrea Tessitore, Ceo di Italia Independent (II), società quotata sul mercato AIM di Borsa Italiana e attiva nel settore dell’occhialeria, della comunicazione e dei prodotti lifestyle. Buongiorno Andrea e grazie per aver accettato il nostro invito.

Andrea Tessitore: Buongiorno a tutti.

Lavecchia: Andrea, il primo semestre di Italia Independent si è concluso con un fatturato di circa 20 milioni di euro, in crescita del 42% rispetto allo scorso anno, e una presenza in ormai 80 paesi nel mondo. Quanto ha contribuito a questo risultato la decisione di quotarsi in Borsa e quali sono i progetti del gruppo per i prossimi anni?

Tessitore: Il primo semestre è stato un semestre nuovamente di crescita, di crescita molto importante, e sicuramente il fatto che Italia Independent Group sia un’azienda quotata ci ha favorito nel continuare l’attività di seeding (posizionamento, Ndr) a livello internazionale per rendere la nostra azienda presente in maniera importante al di fuori dei confini nazionali. Voglio ricordare che noi c’eravamo dati internamente un obiettivo di andare oltre il 50% del fatturato fuori dall’Italia nel 2015, ma siamo riusciti già nel primo semestre a fare un risultato molto importante.

Perché l’Italia pesa per quanto riguarda il core business, che è l’occhialeria, solo per il 60%, rispetto a quello che era l’80% dello scorso anno. Amo ricordare che la quotazione, che è stata una mossa inusuale per le dimensioni della nostra azienda e per il momento storico anche in cui la abbiamo fatta, ci ha dato delle caratteristiche che sono secondo me fondamentali quando un’azienda come la nostra ha l’ambizione di internazionalizzarsi. Cioè di avere quella credibilità, solidità e legittimità che gli permettono di affrontare appunto il mercato globale.

Lavecchia: Ecco, diversamente da molti brand del Made in Italy che investono in Cina, in America Latina e nel Medio Oriente, II ha scelto di puntare sui paesi del Vecchio continente come Italia, Spagna e Francia e sugli Stati Uniti. Perché questa decisione in controtendenza?

Tessitore: A livello strategico volevamo andare a riproporre quello che è stato il percorso intrapreso in Italia, che ha avuto finora degli ottimi risultati e risconti a livello di mercato, nei paesi che avessero delle qualità affini all’Italia sia a livello di prodotto che a livello culturale. Inoltre, abbiamo voluto approcciare come un investimento diretto quello che è, nel nostro settore, il mercato più grande del mondo, che sono gli Stati Uniti, dove abbiamo deciso di entrare in maniera diretta, con un investimento quindi nostro, con una filiale a Miami, negli Stati Uniti, dove gestiamo le Americhe, quindi il Nord e il Sud America. Tutto questo non vuol dire che non siamo attenti o non siamo presenti nei mercati e nelle economie emergenti, quindi nei Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) per esempio, ma non è la strategia unica di quest’azienda. Quest’azienda ha deciso in questo momento di andare in terre più sicure, più simili, più affini anche a livello culturale e di prodotto a quello che era già stato fatto finora.

Lavecchia: Come abbiamo detto in precedenza II è attiva prevalentemente nel settore dell’occhialeria, ma anche nella comunicazione e nei prodotti lifestyle. Puoi spiegarci come nasce l’idea di questo modello innovativo e unico? E come i segmenti secondari possono essere funzionali al core business dell’occhialeria?

Tessitore: Amo ricordare che quest’azienda è nata da un foglio di carta bianco nel 2007, quindi in un momento molto difficile, molto delicato. Abbiamo fatto, quindi, dell’innovazione la nostra parola chiave. Innovazione a livello non solo di prodotto, ma a livello, come accennavi anche tu prima, proprio di business model. A differenza di altre aziende e di altri marchi, abbiamo costruito la nostra venture attorno all’occhialeria. L’occhialeria rappresenta il nostro core business, ma ne viene da sé che per vendere occhiali bisogna essere riconosciuti come brand. Altrimenti non si vendono occhiali.

E’ anche vero che per costruire un brand c’è bisogno della comunicazione, che è un elemento imprescindibile, appunto, per fare poi vendere i propri prodotti. Siamo pertanto riusciti a costruire un business model che direi è unico, perché fa dell’occhialeria il cuore del nostro business e attorno all’occhialeria ci sono tutta una serie di prodotti e collaborazioni che ci permettono di fare percepire il nostro brand come un brand lifestyle a 360 gradi e non come un brand che fa e che si occupa esclusivamente di occhiali. 

Quindi, tutte queste attività che sono collaterali a quello che è il core business hanno un’importanza strategica, ma non hanno un impatto rilevante a livello di conto economico. Almeno finora. Ecco, finora la difficoltà e diciamo la bravura del team, del gruppo, di questo gruppo di lavoro che è guidato da Alberto Fusignani, è stata quella di conciliare un mercato, che per quanto riguarda la comunicazione è sicuramente in contrazione, con dei clienti di altissimo livello e con dei margini che sono in linea con quelli che sono i margini del gruppo.

Lavecchia: Perfetto. Grazie per essere intervenuto.

Tessitore: Grazie a voi.

Lavecchia: Per Morningstar, Francesco Lavecchia. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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