Dollaro, economia Usa e crisi internazionali restano gli osservati speciali di chi vuole investire nel settore del lusso. Il segmento sta entrando nei radar degli operatori a causa di un 2014 che, almeno in Borsa, non è stato benevolo nei confronti dei marchi più esclusivi. L’indice S&P Global Luxury, che raggruppa i titoli azionari delle aziende più rilevanti a livello mondiale, da inizio anno è sceso del 4,9% (fino al 14 novembre e calcolato in dollari).
Quanto sia importante il cambio fra euro e dollaro per gli investitori lo indica proprio questa performance. Calcolando il paniere in moneta unica, infatti, l’andamento diventa positivo per quasi il 5%. Ma il cambio fra euro e biglietto verde è importante anche perché, se proseguirà il rafforzamento della divisa Usa, allora (almeno potenzialmente) potrebbero crescere le vendite anche delle case del lusso europee, innescando un circolo virtuoso per tutto il segmento mondiale.
Euro contro dollaro
E’ vero che negli ultimi mesi l’euro ha costantemente perso terreno rispetto al dollaro statunitense. Questo andamento, tra l’altro, non è una novità, ma una conseguenza della crescente divergenza tra l’economia statunitense e quella europea. “Nell’area euro, l’inflazione bassa ha suscitato timori relativi a una spirale deflazionistica discendente. Per reagire al contesto economico debole, la Bce ha annunciato ulteriori misure di politica monetaria più espansive”, spiega uno studio di Joachim Corbach, responsabile Commodities and currencies di Swiss & Global AM. “Tra queste, anche un programma di acquisto di strumenti cartolarizzati e di obbligazioni ipotecarie. Oltre ai tassi ai minimi storici, anche l’annuncio dell’ampliamento del bilancio della Banca centrale dovrebbe ridurre le possibilità di ripresa dell’euro per un certo tempo”.
C’è poi un altro elemento che spinge verso un indebolimento della valuta comunitaria. La Federal Reserve ha recentemente annunciato l’ulteriore riduzione e la successiva sospensione delle iniezioni di liquidità alla congiuntura Usa. Il presidente della Banca centrale Usa, Janet Yellen, ha lasciato trapelare che i tassi rimarranno bassi ancora a lungo a causa della situazione fragile del mercato del lavoro (comunque in miglioramento) e della crescita economica moderata. “Le previsioni del Fomc suggeriscono tuttavia un intervento sui tassi già prima della metà del 2015” dice Corbach. “Il differenziale d’interesse rispetto all’area euro dovrebbe quindi ampliarsi ulteriormente, imprimendo slancio al dollaro statunitense”.
Le variabili
Ma nella partita del lusso ci sono altre variabili da considerare. La debolezza del settore, infatti, è figlia di situazioni precise con cui hanno dovuto fare i conti i mercati e la cui soluzione potrebbe svegliare l’appetito dei consumatori e degli investitori. Le più importanti sono il rallentamento dei consumi di beni di lusso in Cina, l’instabilità politica e il deprezzamento del rublo dovuti alla crisi Russia-Ucraina, le debolezza del real brasiliano e dello yen (che hanno penalizzato i rispettivi mercati), le proteste a Hong Kong, i conflitti in Medio Oriente. Poi è arrivato il timore per la diffusione del virus Ebola, con conseguenti attese di riduzione nel numero di viaggi e spese da parte dei turisti.
“E’ difficile dire se si sia toccato il fondo o meno”, spiega una nota di Raffaele Zenti, partner e responsabile delle strategie finanziarie di Advise Only. “Un fattore positivo è la ripresa dell’economia Usa, tuttora il mercato più rilevante per i beni di questo settore”.
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