Chi, all'inizio del 2014, avrebbe mai immaginato che le obbligazioni avrebbero proseguito nel loro rally? In pochissimi hanno anche previsto che i titoli di Stato degli Usa a lungo termine, così poco amati dalla maggior parte degli investitori per la loro estrema sensibilità alle variazioni dei tassi d'interesse, sarebbero stati la tra le categorie più performanti di quest’anno, guadagnando oltre il 20%. Con i tassi di interesse così bassi, è necessario tirar fuori un microscopio per vedere il guadagno del proprio fondo obbligazionario, a prescindere dal rendimento della liquidità.
I tassi a questi livelli hanno lasciato molti investitori assetati di reddito a bocca asciutta e hanno messo in discussione l’idea convenzionale su ciò che un portafoglio previdenziale dovrebbe essere. Questo contesto ha anche dato vita a molti dubbi. Se i tassi di interesse aumentano, dove gli investitori dovrebbero cercare protezione? Cos’è più sicuro tra singole obbligazioni, titoli che pagano dividendi, liquidità e fondi obbligazionari di base che a molti investitori è stato consigliato di tenere?
Le risposte a queste domande non sono chiare, cosa che a sua volta lascia molto spazio alla confusione. Qui di seguito ci sono alcuni dei “miti”, intesi come assiomi, che ruotano intorno all’income investing (investimenti che generano reddito sottoforma di cedole o dividendi) al momento. Certo, non tutti sono falsità al 100%; alcuni di essi possono reggere in determinate situazioni. Ma, come minimo, gli investitori non dovrebbero accettarli senza prima riflettere sulla propria situazione, in particolare sul proprio orizzonte temporale.
Mito n.1: Se i tassi sono destinati ad aumentare, meglio acquistare singole obbligazioni piuttosto che fondi obbligazionari.
Se si acquista un bond al momento dell'emissione e lo si tiene fino alla scadenza, si ottiene alla fine il rimborso del capitale, così come il pagamento degli interessi lungo la strada, supponendo che l’emittente ottemperi ai suoi doveri. Al contrario, nel caso di un fondo obbligazionario non è detto che al momento del riscatto il valore della quota sia uguale o superiore a quello di sottoscrizione. Ad esempio, assumiamo di mettere dei soldi in un fondo obbligazionario a lungo termine e che i tassi di interesse salgano di due punti percentuali tra l’acquisto e la vendita; è molto probabile che i bond in portafoglio perdano valore durante il periodo di detenzione. Naturalmente, può accadare anche il contrario: i tassi possono scendere, come successo quest’anno, e il titolare del fondo può vedere il valore della sua quota crescere, anche se lo yield del fondo è diminuito.
Insomma, mentre l’acquisto e la detenzione di singole obbligazioni può aiutare ad aggirare un tipo di rischio, avere un fondo potrebbe voler dire affrontare un costo opportunità. E poi, man mano che i vari titoli nel portafoglio di un fondo maturano, il fondo può trarre vantaggio da nuovi bond con un rendimento più alto. Questo aiuta a compensare eventuali perdite di capitale dovute ai tassi in salita. Inoltre, chi punta ai titoli individuali può affrontare anche costi di negoziazione considerevoli.
Mito n.2: Le azioni ad alto dividendo sono più sicure dei bond.
Alcuni investitori hanno deciso di vendere i propri bond e di sostituirli con titoli azionari che pagano dividendi. In questo modo, non solo ci si mette in tasca un certo reddito periodico, ma si può anche guadagnare dalla possibile rivalutazione del capitale se il titolo aumenta di valore durante il periodo di detenzione o se l'azienda aumenta il suo dividendo. Per le persone con orizzonti temporali lunghi, le azioni che pagano dividendi - e forse le azioni in generale - sono una scommessa che vale la pena fare. Tuttavia, c'è sempre un rovescio della medaglia da considerare. Naturalmente, le azioni, anche quelle di alta qualità che pagano buoni dividendi, hanno una volatilità molto superiore rispetto alle obbligazioni, il che le rende delle scelte potenzialmente pericolose per gli investitori che non possono permettersi di aspettare un decennio.
Inoltre, l’equity non è immune dagli effetti di possibili aumenti dei tassi di interesse, e visto che gli investitori utilizzano sempre più le high dividend stocks come alternativa ai bond, potrebbero trovarsi nella posizione di dover vendere se i tassi salissero e le obbligazioni diventassero un’alternativa più interessante.
Infine, vale la pena notare che le aziende possono tagliare i loro dividendi in momenti di difficoltà, come è stato dolorosamente evidente per molti investitori durante la crisi finanziaria.
Mito n.3: La liquidità è più sicura delle obbligazioni.
Questo è tecnicamente vero. La liquidità depositata in un conto è infatti garantita (fino a un certo limite, 100 mila euro in Italia), e non si può dire lo stesso per gli investimenti obbligazionari. Se si hanno dei soldi che non ci si può permettere di perdere, perché si useranno per pagare le tasse del prossimo anno scolastico o il mutuo, è meglio non rischiare, nemmeno coi bond. Ciò vale indipendentemente dalla direzione futura dei tassi di interesse.
Tuttavia, se si ha a disposizione un orizzonte temporale più lungo, lasciare troppo denaro liquido significa perdere soldi una volta che si prende in considerazione l’inflazione. Una strategia possibile potrebbe essere quella di abbinare il proprio orizzonte temporale alla duration dei bond in portafoglio: avere dei soldi liquidi per le necessità a breve termine, degli attivi obbligazionari a medio termine, e un portafoglio azionario diversificato a lungo termine.
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