L'hi-tech ha ancora qualcosa da dire

I prezzi dei titoli del segmento nella maggior parte sono corretti. Ma per gli analisti ci sono sacche di sottovalutazione. Soprattutto fra chi saprà sfruttare lo sviluppo dell'advertsing. Gli investitori, intanto, continuano a tenere i riflettori accesi su tutto il comparto.  

Marco Caprotti 25/11/2014 | 14:59
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Il settore tecnologico corre. Ma, dicono gli analisti di Morningstar, il comparto presenta ancora delle sacche di opportunità per gli investitori. L’indice Msci del segmento, da inizio anno (e calcolato in euro), ha guadagnato il 29% che si va ad aggiungere al +23% segnato nel 2013.Ci sono titoli sottovalutati nel segmento tecnologico, anche se i rischi non mancano. In generale, tuttavia, l’hi-tech ha valutazioni corrette, con alcuni esempi di sopravvalutazione”, spiega Peter Wahlstrom, analista di Morningstar.

La corsa di Apple
Due sono, sostanzialmente, gli elementi che continuano a tenere i riflettori accesi sull’hi-tech. Da una parte c’è il successo di Apple. Il gruppo di Cupertino ha chiuso il quarto trimestre dell’esercizio fiscale 2014 con un utile netto di 8,5 miliardi di dollari, (1,42 dollari per azione), in aumento rispetto ai 7,5 miliardi dello stesso periodo del 2013. I ricavi sono saliti a 42,1 miliardi contro i 37,5 miliardi del 2013. I dati sono superiori alle attese degli analisti.

“Continuiamo a credere che il successo di Apple nel lungo termine passi per le vendite a chi, al momento, è già un utente iPhone, ma siamo impressionati dalla capacità dell’azienda americana di attrarre nuovi clienti”, spiega uno studio di Morningstar. “Inoltre, a dare risalto ai dati della trimestrale c’è la performance registrata dal segmento Mac, i cui volumi di vendita sono saliti del 21% per una crescita del fatturato del 18% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il risultato per questa linea di prodotto è stato ancora più sorprendente nei mercati emergenti, dove i ricavi hanno registrato +46%”.

Dove va l’advertising
L’altro elemento che continua ad attrarre investitori è lo sviluppo del segmento pubblicitario. Un campo nel quale sono molto attivi soprattutto i social network e i motori di ricerca.
Molte aziende tecnologiche di questi segmento potranno approfittare della richiesta di soluzioni sempre più complesse per il comparto cosiddetto Big data”, dice Wahlstrom. “Le società che possiedono una buona profilazione dei clienti e in grado di raggiungere una vasta audience permetteranno agli investitori pubblicitari di individuare meglio i potenziali clienti. Gli investimenti in questo senso, tuttavia, sono considerevoli e possono incidere sui bilanci”.

Non si tratta di uno scenario in cui ci saranno pochi vincitori. Le aziende che operano in questo settore sono molte e sono disposte a cannibalizzare alcune delle loro soluzioni per investire in prodotti e servizi sempre più innovativi in modo da arrivare a switching cost (il costo che il cliente dovrebbe affrontare per cambiare provider) sempre più alti e incrementare – anche in questo modo – i guadagni.

E' un trend che non si esaurirà in breve tempo e che farà nascere nuovi software, porterà a sistemi di memoria meno costosi e a processi più veloci e a basso prezzo. Tutto questo permetterà una più larga applicazione di modelli statistici innovativi per arrivare alle decisioni di business. “Si tratta di un’evoluzione necessaria, visto che la tecnologia più vecchia (come il semplice immagazzinamento dei dati) non è in grado di soddisfare le nuove richieste dei clienti in maniera efficiente e poco costosa”, dice l’analista di Morningstar.

Il successo dei social media presso il pubblico dimostra che i motori di ricerca non sono più il mercato privilegiato dagli investitori pubblicitari. “E’ un elemento che permetterà ai social media di incrementare il vantaggio competitivo rispetto ad altre società Internet based. Le aziende con una migliore conoscenza dei propri clienti saranno quelle in grado di vendere più facilmente spazi pubblicitari”, dice Wahlstrom. “Aziende come Facebook e Twitter stanno investendo molto sia in termini monetari che di creatività per ottenere informazioni sempre più dettagliate sui propri iscritti. Ma, nel medio e lungo termine, vinceranno quelle capaci di fornire un aggiornamento puntuale sui ritorni degli investimenti degli inserzionisti. Dovranno tuttavia difendere la loro posizione di leadership perché si tratta di un segmento di business facilmente attaccabile dai concorrenti”. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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