Le Borse continuano a crederci

Il Pil americano in miglioramento e la speranza di un intervento della Bce provano a spingere l’Europa. Milano segna +0,42%. Salgono le banche. Bene Autogrill. New York preoccupata da altri dati macro. 

Marco Caprotti 25/11/2014 | 17:40
Facebook Twitter LinkedIn

Le Borse europee continuano a vivere di speranze e chiudono con il segno più, nonostante una frenata nel finale. Gli investitori sono convinti che la Bce scenderà a breve in campo a sostegno dell’economia del Vecchio Continente. Una scelta che potrebbe essere giustificata anche dal quadro preoccupante dipinto dall’Ocse. Secondo l’Organizzazione internazionale l’Europa rischia la deflazione e la trappola della stagnazione

A dare una mano ci si è messa anche la revisione al rialzo del Pil americano. Nel periodo luglio-settembre l’economia Usa ha visto un’espansione annuale del 3,9%, più del 3,5% della prima lettura e del 3,3% atteso dagli analisti. Considerando il secondo trimestre, quando c’era stato un rialzo del Pil del 4,6%, si tratta del migliore semestre da fine 2003. Il Pil Usa è cresciuto in 19 degli ultimi 21 trimestri.

A Milano, dove l’indice Fte/Mib ha segnato +0,42%, sono state ben comprate le azioni delle banche. In salita anche Mediaset. Le Telecom Italia hanno guadagnato nell’attesa delle mosse della società in Brasile. Gli acquisti si sono hyanno premiato anche Autogrill (+2,62%) dopo il rialzo di ieri di Wdf (che oggi invece ha subito alcune prese di beneficio).

New York nervosa
Wall Street sta viaggiando sotto quota zero, ma l’S&P 500 ha comunque toccato un nuovo record intraday. Se anche il Pil migliora, dicono gli investitori, ci sono altri segnali che inducono alla prudenza. Come il nuovo rallentamento dei prezzi delle abitazioni negli Stati Uniti. L'indice S&P Case-Shiller relativo alle prime venti metropoli ha segnato un incremento del 4,9% annuo a settembre, in netta frenata rispetto al 5,6% di agosto. Le attese erano per +4,6%. Su base mensile è stata registrata una flessione inferiore allo 0,1%. Poi è arrivato il dato dell’indice sull’attività manifatturiera dell’area di Richmond, crollato a quattro punti in novembre dai 20 di ottobre. Il dato è peggiore delle attese degli analisti, che si attendevano una flessione limitata a quota 16 punti. Sta pesando anche l'inatteso calo della fiducia dei consumatori di novembre (a 88,7 punti da 94,5 del mese prima).

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures