Chiusura in ribasso per i listini di Eurolandia, penalizzati dai negativi dati macro della giornata. In mattinata, infatti, l’indicatore che fotografa l’andamento della produzione industriale in Cina ha deluso le attese degli analisti registrando il punto più basso degli ultimi otto mesi. Inferiore alle aspettative anche il risultato dell’indice Pmi del settore manifatturiero nell’area euro. A pagare il prezzo più alto sono stati i titoli minerari che, insieme a quelli dei principali gruppi energetici, hanno registrato le perdite maggiori. Il greggio (WTI), in calo anche oggi dello 0,5%, si è portato sotto i 66 dollari.
Piazza Affari in difficoltà con i bancari
A Milano il Ftse Mib ha ceduto l’1,64% per effetto della cattiva intonazione del settore finanziario e dei negativi numeri dell’Istat sulla crescita del Pil dell’Italia (-0,5% rispetto allo scorso anno, in peggioramento rispetto alle stime iniziali). Azimut ha registrato la performance peggiore (-4,9%), seguita a ruota da Banca Pop Emilia Romagna e Banco Popolare. In grossa difficoltà anche Saipem che ha ceduto oltre il 2%. FCA guadagna, invece, l’1,69%. Bene anche Luxottica, grazie alla promozione da parte degli analisti di Barclays.
Wall Street negativa
Dopo una partenza sofferta, Wall Street sta tentando il recupero in scia ai dati del settore manifatturiero. In avvio gli operatori hanno scontato la deludente performance del comparto industriale in Cina e il brusco calo delle vendite durante il “Black Friday”. Rispetto allo scorso anno gli americani hanno speso circa l’11% in meno durante il fine settimana dedicato ai saldi pre-natalizi e questo ha avuto un negativo riflesso sui titoli delle principali società del retail. Tuttavia l’indice Ism relativo alla produzione industriale degli Stati Uniti ha registrato a novembre una crescita superiore alle aspettative e questo è riuscito a calmare le tensioni sul mercato.
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