La trimestrale di Myer Holdings lancia un segnale di allarme sulle prospettive di crescita del gruppo. Ma il titolo resta scontato del 25% rispetto al nostro fair value pari a due dollari australiani (AUD). Nei primi tre mesi dell’esercizio del 2015, il gruppo australiano, il più grande department store del paese, ha registrato un progresso del fatturato dello 0,1%, a 691,6 milioni di AUD, con vendite like-for-like (relative ai negozi con almeno un anno di vita) in crescita solo dello 0,7%.
Questo dato è gonfiato dal contributo dei negozi ristrutturati e aperti in ritardo, che ora sono inclusi nei numeri delle vendite comparabili, ed esprime la debolezza del settore retail in questo momento che ha fatto passare in secondo piano il buon momento del canale on-line. I nostri analisti prevedono un tasso medio di crescita dei ricavi del 2,5% per i prossimi cinque anni, in miglioramento rispetto al periodo tra il 2010 e il 2014, ma ancora troppo basso per riscaldare gli entusiasmi del mercato. Il titolo, infatti, ha ceduto da inizio anno quasi il 40% del suo valore di mercato.
Mayer, ancora debole sull'on-line
L’avvento di Internet ha cambiato recentemente anche la fisionomia del settore retail. Ha ridotto ulteriormente le barriere all’ingresso di nuovi competitor, ha permesso ai consumatori di confrontare i prezzi delle merci e di acquistare in tutto il mondo. Myer ha avuto il demerito di non aver creduto alle possibilità di questo canale. Ora cerca di recuperare terreno attraverso ingenti investimenti non solo in questo segmento, ma anche nel rafforzamento della visibilità del suo marchio. Il mercato sconta in maniera eccessiva il momento difficile di Myer Holding, mentre per i nostri analisti, che ipotizzano comunque un leggero progresso del margine operativo, il titolo del gruppo australiano può creare valore per gli azionisti.
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