Nonostante le trimestrali non esaltanti, Rogers Communications secondo Morningstar offre il miglior rapporto rischio rendimento tra le società del settore telecom ed è scambiata a un tasso di sconto superiore al 10% rispetto al nostro fair value.
I conti del gruppo canadese hanno evidenziato un debole andamento dei ricavi (-0,2% e 0% rispettivamente nel primo e nel secondo trimestre e solo +1% nel terzo), ma i nostri analisti stimano una crescita del fatturato del 2,7% in questo esercizio e un progresso medio del 2% circa nei successivi quattro. A nostro avviso il mercato non ha ancora ben valutato il nuovo piano strategico varato dal management e questo spiega il -0,04% realizzato dal titolo da inizio anno.
La chiave di volta di Rogers è stata, nel 2004, l’acquisizione dell’americana Microcell. Grazie a questa operazione il gruppo canadese è riuscito a migliorare l’efficienza della sua rete wireless (colmando quella che sino ad allora era stata la sua lacuna maggiore) e di conseguenza ad assicurarsi i favori della clientela di fascia alta. Se, infatti, la sua fetta di mercato è rimasta pressoché stabile, la quota di sottoscrittori di abbonamenti ha registrato un aumento significativo. Questo ha prodotto un visibile incremento dei ricavi medi per utente (ARPU). Inoltre, gran parte dei suoi utenti, aderisce a contratti post-paid (pagamento a fine mese) che di solito rendono quasi quattro volte quanto uno pre-paid. Tutto questo si traduce in margini di profitto più alti rispetto alla concorrenza.
Rispetto a Stati Uniti e altri paesi sviluppati come l’Italia, dove il grado di penetrazione del mercato wireless è superiore al 100%, nel paese nordamericano il numero di telefonini per abitante è ancora attorno all’80% (meno di un telefonino per abitante). Questo garantisce a Roger ampi margini di crescita nei prossimi anni.
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