L’economia italiana può farcela. A dirlo sono i professionisti degli investimenti, in un sondaggio condotto da CFA Society Italy tra 101 membri altamente qualificati rappresentativi dell’universo dei gestori, analisti finanziari, broker, trader, consulenti e top manager di società del settore finanziario, che si è svolto per la prima volta tra il 19 e il 31 dicembre 2014 (e avrà cadenza mensile) .
Gli intervistati riconoscono le difficili condizioni attuali, tuttavia in termini di aspettative per i prossimi sei mesi, coloro che si attendono un miglioramento sono il 32% contro il 19% che prevede un peggioramento e il 49% che non vede grandi variazioni rispetto ad ora. Il CFA Italy Sentiment index, che è dato dalla differenza tra gli ottimisti e i pessimisti, è pari a 13 per dicembre (dove un numero positivo indica che la porzione di ottimisti è superiore ai pessimisti e viceversa).
Ottimismo su Piazza Affari
Il sondaggio rivela anche che il 57% degli investitori professionali prevede un proseguimento della discesa dell’inflazione in Italia, contro il 5% che si attende un incremento. Per quanto riguarda Piazza Affari, il 64,6% è ottimista contro il 17,7% che è pessimista. Scendendo nel dettaglio, gli intervistati stimano un aumento della redditività delle aziende nei prossimi sei mesi soprattutto nei settori finanziario e tecnologico. Per contro, un peggioramento dovrebbe colpire utilities, siderurgico e costruzioni.
Usa, rendimenti in salita
Ai partecipanti è stato chiesto un parere anche sulla situazione dell’Eurozona e gli Stati Uniti. Per la prima è previsto un perdurare delle condizioni disinflattive (diminuzione dell’inflazione) e di conseguenza una riduzione dei tassi a breve termine. Oltreoceano, invece, i rendimenti dovrebbero tornare a salire per effetto della normalizzazione della politica monetaria.
In tale contesto, i mercati azionari sono previsti in crescita, così come c’è consenso sulle prospettive di apprezzamento del dollaro contro la moneta comunitaria. Gli investitori, inoltre, si attendono una progressiva normalizzazione del prezzo del petrolio, con il 34% degli intervistati che stima un rialzo e il 21% un ulteriore ribasso.
Rischi geopolitici sottovalutati
Da un altro sondaggio, condotto da CFA Institute sui professionisti degli investimenti certificati (5.259 i partecipanti) a livello mondiale tra il 14 e il 28 ottobre, emerge che le aspettative sulla crescita globale sono deboli, in media il 2% nel 2015. Tra i pericoli più sottovalutati, gli intervistati citano i rischi geopolitici, in particolare i movimenti secessionisti e nazionalisti, che potrebbero influenzare negativamente i mercati nei prossimi cinque anni.
Per il 2015, è atteso un aumento, seppur contenuto, dei corsi azionari. Nel corso dei 15 mesi successivi alla data di apertura del sondaggio, cioè fino al 31 dicembre 2015, l'indice S&P 500 è previsto in crescita del 4,8%, l'EuroStoxx 50 dell'1,9% e il Nikkei 225 del 1,6%. Gli intervistati stimano anche che il rendimento delle obbligazioni del Tesoro degli Stati Uniti a lungo termine (30 anni) salirà nel corso dell’anno al 3,46%, dal 3,21% della data del sondaggio. Permangono i timori sugli effetti della fine del Quantitative easing (misure monetarie ultra-espansive) negli Usa, ma si attenuano rispetto al 2014.
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