Il mercato boccia Adidas dopo le ultime trimestrali, ma per i nostri analisti le prospettive di lungo periodo restano favorevoli al gruppo tedesco. Nel corso del 2014 il titolo ha ceduto oltre il 30% della sua capitalizzazione di mercato e ora è scambiato a sconto del 12% rispetto al nostro fair value che è pari a 65 euro.
“L’apprezzamento della moneta unica nei confronti delle maggiori valute estere a cui si è assistito per quasi tutto il 2014, l’indebolimento della crescita economica nei paesi emergenti e la crescente concorrenza in Europa e negli Stati Uniti hanno pesato sui conti di Adidas, che hanno registrato un rallentamento della crescita del fatturato e una flessione nei margini di profitto”, dice Paul Swinand analista azionario di Morningstar. “Permangono, tuttavia, elementi che confermano la posizione di vantaggio competitivo di Adidas all’interno del settore sportwear e che ci inducono a ipotizzare un interessante sentiero di crescita in un’ottica di lungo periodo”.
Perché essere ottimisti
Il gruppo tedesco è molto presente sui mercati emergenti e la crescita della classe media in questi paesi secondo gli analisti contribuirà a sostenere le vendite nei prossimi anni. Adidas ha siglato una partnership con la Fifa (Fédération Internationale de Football Association) fino al 2030. Questo contribuirà a rafforzare l’immagine del suo brand in un segmento, come il calcio, che ha notevoli prospettive di crescita globali. Il settore dell’abbigliamento sportivo, inoltre, è molto profittevole e Adidas continua a essere, alle spalle di Nike, l’azienda che presenta i più alti volumi di vendita e che riesce a generare le economie di scala più elevate.
Nonostante il positivo impatto sulle vendite prodotto dalla Coppa del Mondo di calcio in Brasile, i nostri analisti non credono che Adidas possa raggiungere l’obiettivo di crescita del 10% stimato per il 2014, ma ipotizzano per i prossimi cinque anni un progresso del fatturato a un tasso medio del 5,5%. Inoltre, la capacità del management nel controllare i costi di gestione e un gross margin più elevato permetteranno al gruppo di portare il margine Ebit al 10% nel 2018.
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