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Per Unilever un 2014 da dimenticare

Fatturato in calo del 2,7%. Continua a pesare il rallentamento degli emergenti e i deboli consumi in Europa, ma il forte posizionamento sul mercato globale garantirà all’azienda una solida crescita nel lungo periodo. Il fair value del titolo resta invariato a 33 euro per azione.  

Francesco Lavecchia 22/01/2015 | 10:13
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Fair value confermato a 33 euro per Unilever dopo i conti di fine esercizio. Nel periodo considerato il gruppo olandese ha registrato una flessione del fatturato del 2,7% (rispetto al 2013) a causa dello sfavorevole andamento delle valute che ha più compensato la debole crescita dei volumi di vendita e l’incremento del prezzo medio dei suoi prodotti.

Migliorano i margini di profitto 
A deludere il mercato è stato il rallentamento dei mercati emergenti (pari al 57% del giro d’affari complessivo del gruppo). Rispetto al +8,7% registrato nello scorso esercizio, nel 2014 le vendite in quest’area sono salite complessivamente solo del 5,7%, ma i nostri analisti sono sicuri che il forte posizionamento in questi paesi garantiranno alte prospettive di crescita non appena i consumi torneranno a salire.

Buoni segnali arrivano invece dalle iniziative intraprese dal management al fine di razionalizzare i costi dell’azienda. Il margine operativo è salito al 14,5% (+40 punti base durante gli ultimi dodici mesi). Le nostre aspettative son per un ulteriore miglioramento nei prossimi 10 anni. Alla fine del nostro periodo di previsione dovrebbe raggiungere quota 16%, aiutato dal forte deprezzamento del greggio che pesa sugli oneri di produzione, mentre il fatturato dovrebbe crescere a un tasso medio del 4,4%.

Cambia il portafoglio prodotti
I nostri analisti sono convinti che i paesi emergenti ritorneranno a trainare la crescita del gruppo, grazie al lancio di nuovi prodotti e agli investimenti nel marketing, mentre l’Europa continuerà a soffrire l’elevato tasso di disoccupazione e il debole andamento delle economie della regione. Il gruppo olandese continuerà a spostare il suo portafoglio verso i prodotti per la cura della persona, a più alto valore aggiunto, mentre il peso della componente cibo, che presenta margini di profitto più bassi e tassi di crescita deboli, continuerà a ridursi.

 

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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