Swatch (SWGAY) è presente nella maggior parte dei portafogli che seguono i principi del Social Responsible Investment e, come quasi tutti i titoli del comparto del lusso, ha vissuto un anno difficile. L’apprezzamento del franco svizzero nei confronti del dollaro e delle altre valute estere ha impattato sul fatturato e sui margini di profitto, mentre i nuovi provvedimenti anti-corruzione in Cina e le tensioni politiche a Hong Kong e in Russia hanno rallentato le vendite, come testimoniato dal confronto dei tassi di crescita del primo semestre del 2014 e del 2013.
“Il 2014 dovrebbe essersi chiuso con un fatturato in crescita del 5%, mentre il margine operativo è visto in contrazione per circa 500 punti base (dal 27,4% al 22,5%)”, spiega Paul Swinand, analista di Morningstar che sul titolo ha un rating di quattro stelle con un obiettivo di prezzo di 565 franchi svizzeri (31 dollari per l’Adr quotato a New York). “In un’ottica di lungo periodo invece, le previsioni sono per un progresso medio dell’8% nei successivi nove anni e un ritorno dei margini di profitto ai massimi degli ultimi cinque anni.
Diversamente da molte aziende del lusso, Swatch non ha dalla sua solo numerosi marchi di valore come Breguet, Longines e Omega, dai quali riesce a ricavare elevati margini di profitto, ma può vantare anche un elevato grado di integrazione verticale e un’estesa rete distributiva. Il gruppo elvetico, infatti, controlla tutti le fasi del ciclo produttivo: dal design alla fabbricazione delle componenti degli orologi, e questo contribuisce ad alimentare la fama della qualità dei suoi prodotti e riduce in maniera significativa i costi di produzione, in quanto le permette di disporre delle forniture a prezzi molto al di sotto di quelli di mercato. Inoltre, dispone di una enorme rete distributiva che valorizza al massimo la forza dei suoi marchi.
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