Assofondipensione, l’associazione dei fondi pensione negoziali, lo aveva detto forte e chiaro in un comunicato ufficiale già a dicembre: “In caso di approvazione definitiva, siamo pronti a dar battaglia fino alle corti europee”. L’oggetto della controversia sono le norme sulla nuova tassazione dei rendimenti dei prodotti di previdenza integrativa e il Tfr in busta paga, introdotte dalla Legge di Stabilità.
L’approvazione è arrivata e la retroattività sull’intero 2014 della nuova aliquota (dal 20 al 26%), il punto in assoluto più discusso di tutto il provvedimento, è rimasta. Ora si dovrà capire come e quando l’associazione farà ricorso (probabilmente prima davanti alla Corte Costituzionale italiana e alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea).
Nel frattempo, comunque, Assofondipensione (2 milioni di iscritti e 37 miliardi di euro in gestione) non ha intenzione di restare con le mani in mano: in febbraio verrà lanciata una campagna informativa al fine di sensibilizzare gli aderenti sulla scelta di tenere il Tfr nei fondi previdenziali, invece di richiederlo in busta paga mensilmente (tassato all’aliquota marginale). Nel mese di marzo, infatti, i lavoratori dipendenti del settore privato saranno chiamati a scegliere su questo punto e chi deciderà di prenderlo non potrà più cambiare idea fino a giugno 2018. Clicca qui per guardare il video Vox Populi: Tfr in busta, sì o no?
La campagna informativa avrà come base i nuovi media, come i social network, ma saranno coinvolti anche radio, tv e giornali, ha spiegato Marco Abatecola, segretario generale di Assofondipensione, in una recente intervista a Il Sole 24 Ore. Il dettaglio dell’operazione, budget compreso, sarà deciso a fine gennaio.
Nonostante l’industria abbia, com’era prevedibile, mal accolto queste novità che, secondo l’associazione, “minacciano lo sviluppo della previdenza complementare e il risparmio previdenziale dei contribuenti”, i fondi pensione convengono ancora dal punto di vista fiscale. Al momento dell’incasso, infatti, la tassazione è più favorevole: dal 15 al 9% in base agli anni di aderenza.
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