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Volatilità non vuol dire rischio

L’altalena dei prezzi in Borsa, spiegano gli operatori, può essere un vantaggio per gli investitori. Almeno fino a quando non perdono potere d’acquisto. Gli investitori devono fare i conti con le loro emozioni e orientarsi al lungo periodo.  

Marco Caprotti 17/02/2015 | 09:25
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Volatilità e rischio non sono sinonimi. Nemmeno quando si parla di investimenti. O, almeno, non lo sono sempre. Certo, molti operatori, quando i prezzi degli asset finanziari vanno in altalena, temono di perdere i loro soldi. Ma, per altri, la questione è un po’ più sottile di così. Warren Buffett (uno degli investitori più famosi sulle piazze internazionali), ad esempio, ritiene che il rischio non possa essere misurato con il beta (un termine che comprende anche la volatilità e spesso usato per misurare i rischi) ma dalla probabilità che un investimento possa causare al suo proprietario una diminuzione di potere d’acquisto nel suo orizzonte temporale di investimento. “In base a questa visione, i valori di un asset possono fluttuare e non essere pericolosi fino a che sono in grado di mantenere o aumentare il potere d’acquisto dell’investitore”, spiega Christine Benz, responsabile della finanza personale di Morningstar. “Con lo stesso ragionamento, investimenti i cui valori sono più stabile, possono rappresentare una fonte di pericolo”. La riflessione di Buffett funziona soprattutto se si pensa all’inflazione che, da sola è capace di erodere il potere di acquisto di un risparmiatore anche in assenza di variazioni significative degli asset che ha in portafoglio.

Quando l’altalena è pericolosa
I periodi di volatilità, in ogni caso, tendono a scatenare le emozioni degli operatori (molto studiate dalla finanza comportamentale), con effetti deleteri sulle scelte degli investitori. Il più comune è quello di vendere quando l’asset ha raggiunto i minimi di mercato. “Ma anche la volatilità al rialzo può essere altrettanto pericolosa per le finanze di un investitore”, spiega uno studio di Eaton Vance. “Si possono trasformare in quelli che Alan Greenspan (presidente della Federal Reserve prima di Ben Bernanke), chiamava fasi di ‘esuberanza irrazionale’ che possono dare vita a bolle speculative pericolose”. Esempi si sono visti all’inizio degli anni 2000 con la febbre di Internet e, più recentemente con la crisi dei mutui subprime nata dalla corsa immobiliare degli Stati Uniti. Peraltro, lo studio di Eaton Vance fa notare come gli anni più volatili dell’S&P500 dal 1928 a oggi siano stati registrati a partire dal nuovo millennio.

Gestire i pericoli
Come si fa, quindi a gestire la volatilità e i rischi di mercato? “Il primo passo è accettare il fatto che il primo elemento è inevitabile”, spiega Benz di Morningstar. “Tuttavia, può essere controllato. Ad esempio creandosi un portafoglio ben diversificato sia per asset che per stili di investimento”. Un altro sistema è quello di cercare di anticipare i rischi a cui una persona può andare incontro. “Si tratta di analizzare uno a uno gli obiettivi a cui aspiriamo – la pensione, un mutuo, gli acquisti di una certa importanza, del capitale da lasciare ai figli – cercando di preveder quali sono i rischi che ci possono impedire di raggiungerli”, continua Benz. “In questo modo possiamo dargli un ordine di importanza e, seguendolo, liberarcene se le cose dovessero andare male. In questo modo è possibili anche identificare il giusto mix di azioni, bond e liquidità che ci serve variandolo anche in base al passare del tempo”. Tutto questo senza dimenticare il contributo che i professionisti del settore come financial advisor, promotori e private banker possono dare alle scelte di investimento individuali. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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