Merck, la ricerca crea valore

Il gruppo farmaceutico americano ha pagato la scadenza di numerosi brevetti, ma la forza della sua R&S è garanzia di crescita stabile nel lungo periodo. I ribassi nelle ultime sedute hanno reso il titolo una buy opportunity. 

Francesco Lavecchia 17/02/2015 | 12:00
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Il passo falso in Borsa rende Merck uno dei titoli più convenienti all’interno del settore farmaceutico. Il -4% fatto segnare nelle ultime sedute ha fatto scendere sotto quota 59 dollari il prezzo di mercato delle azioni del gruppo americano che ora sono scambiate a un tasso di sconto di circa il 7% rispetto al nostro fair value che è pari a 63 dollari. 

Come testimoniano gli elevati margini di profitto e la redditività del capitale investito, Merck può vantare un forte posizionamento all’interno del settore del pharma e questo per merito soprattutto della produttività del suo segmento Ricerca&Sviluppo. Il grosso investimento nella produzione di farmaci permette all’azienda di uscire sul mercato con numerosi prodotti di successo che generano ogni anno enormi flussi di cassa che a loro volta vanno a finanziare la ricerca innescando un circolo virtuoso che si autoalimenta.

Focus su aree specifiche
Negli ultimi tre anni Merck ha pagato la scadenza di numerosi brevetti. Questo è costato al gruppo una contrazione del fatturato, ma la prossima approvazione di nuovi prodotti come l’anestetico Bridion e il farmaco oncologico Keytruda garantirà, in base alle nostre stime, un tasso di crescita media dei ricavi del 3% circa nei prossimi 10 anni. La strategia dell’azienda è quella di spostare il focus della sua ricerca a favore di aree specifiche, la cui domanda non è stata ancora soddisfatta dal mercato.

In questo modo, infatti, eviterebbe di soffrire la concorrenza dei farmaci generici garantendosi margini di profitto più elevati. Sul fronte della profittabilità il management si sta prodigando per operare una forte razionalizzazione dei costi, e la stessa acquisizione della società Schering, conclusa nel 2009, ha l’obiettivo di realizzare un risparmio in termini di oneri operativi grazie alle sinergie tra le due aziende.

I nostri analisti credono nel successo di queste iniziative e stimano un miglioramento di oltre 1.000 punti base del margine operativo, che dall’attuale 23% dovrebbe portarsi sopra quota 35% nel 2023. In salita anche il Gross Margin che si attesterà attorno al 76%.

 

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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