Cosa c’è sul mercato, cosa sta per arrivare e su quali prodotti sta per scadere l’esclusiva del brevetto. Sono questi, in sintesi (e oltre ai dati di bilancio), gli elementi principali che gli analisti di Morningstar studiano quando devono analizzare i titoli del settore farmaceutico.
“La storia sta dimostrando che questo sistema è in grado di indicare con una buona approssimazione quali sono le società migliori e peggiori del segmento pharma”, spiega Damien Conover, analista azionario di Morningstar specializzato nel settore healthcare. “Quando lo abbiamo introdotto, i due titoli che risultavano fra i migliori in base ai prodotti che stavano per lanciare e a quelli che avevano sul mercato in relazione alla scadenza dei brevetti erano Abbott e Novartis. I titoli di queste due società nei due anni seguenti hanno guadagnato il 40%. L’ultima analisi che abbiamo fatto ci ha segnalato i nomi di Sanofi e Merck”.
Caccia al valore
Va detto che andare a caccia di valore nel comparto della salute non è facile. Il 2014, infatti, a livello settoriale è stato l’anno dell’healthcare. Nei diversi trimestri che hanno formato l’anno scorso, le aziende del segmento farmaceutico hanno avuto buoni risultati, grazie al supporto che hanno avuto da alcuni trend di lungo periodo.
Uno di questi è il progressivo invecchiamento della popolazione. Gli over 60 costituiscono il segmento a più alto tasso di crescita a livello globale. “Il loro numero dovrebbe aumentare del 45% entro il 2050”, dice Conover. “Si tratta di persone che spenderanno sempre di più per i trattamenti sanitari. Lo stesso si può dire della classe media che si sta sviluppando in molti mercati emergenti”. Non va poi sottovalutata la natura difensiva delle azioni del settore che, in linea di massima, hanno sempre dimostrato di saper tenere la rotta anche nei momenti in cui i mercati attraversavano violente tempeste.
Continuano le M&A
Ugualmente importanti, dal punto di vista operativo, sono le attività di fusione e acquisizione che si stanno verificando”, dice l’analista di Morningstar. “A fare la prima mossa molto spesso sono le aziende più grandi che cercano nuove strade per crescere e opportunità per tagliare i costi”.
La spinta al consolidamento arriva anche da considerazioni di lungo periodo. Il segmento farmaceutico, a livello globale, è incredibilmente frammentato. Le prime cinque aziende controllano il 10% del mercato mondiale. Ci sono poi questioni legate ai prezzi dei trattamenti. In un periodo in cui si fa molta attenzione anche ai costi legati alla salute, le aziende possono controllare i prezzi solo quando sono in grado di offrire terapie innovative che possono migliorare le condizioni dei pazienti. Si tratta di cure che richiedono grandi investimenti e studi complessi. Tanto da rendere più conveniente comprare direttamente intere società o rami d’azienda.
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