Seduta contrastata per le Borse europee che, con un colpo di reni nel finale, sono riuscite a chiudere in territorio positivo. Gli investitori hanno seguito l’evolversi della situazione legata al debito greco, ma non hanno saputo in quale direzione muoversi. Atene ha presentato la richiesta di estensione per sei mesi del programma di aiuti da parte dell'Unione, ma la Germania l'ha già rigettata. I fari si spostano, quindi, sulla riunione di domani a Bruxelles dei ministri delle Finanze dell’area euro.
A svelenire il clima ci ha pensato l’agenzia di rating Standard&Poor’s. Un’uscita della Grecia dall'Eurozona, ha spiegato in una nota, avrebbe un rischio limitato di contagio perché “l’architettura di salvataggio è più robusta rispetto a quanto visto nel 2012”, quando – anche allora - si temeva la cosiddetta Grexit. A questo proposito S&P cita il fondo Salva-stati, European Stability Mechanism.
A Milano, dove l’indice Ftse/Mib ha segnato +0,60%, giornata di rialzi per Rcs, spinta dall’interesse di Mondadori per la divisione libri del gruppo editoriale del Corriere della Sera. Debole Eni che paga il calo del prezzo del petrolio. Sono state gettonate le azioni di Mps (+4,7%), mentre il mercato continua a interrogarsi sull'interesse di fondi in vista dell'operazione sul capitale da 3 miliardi di euro. Sono andate bene anche le banche popolari nell'attesa della riforma. In rialzo le Fca (+3,89%), mentre sono scivolate del 4,1% le Tenaris, penalizzate dalle prospettive fosche per i conti di quest'anno
Wall Street negativa
Wall Street sta viaggiando in calo, con gli indici appesantiti dal nuovo tonfo del greggio e dall'incertezza legata al futuro della Grecia. Dal fronte macro, intanto, è arrivata la notizia che le richieste iniziali di sussidi per la disoccupazione sono calate di 21mila unità attestandosi a 283mila nella settimana terminata lo scorso 14 febbraio. Il dato è migliore delle attese e continua ad essere ai minimi storici.
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