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CNH vede uno spiraglio nelle costruzioni

Il calo della domanda di macchinari agricoli penalizza il segmento industriale, ma la crescita degli investimenti in infrastrutture potrebbe contribuire ad attenuare l'effetto su fatturato e margini di profitto. Il titolo resta scambiato a prezzi inferiori al nostro fair value. 

Francesco Lavecchia 24/02/2015 | 00:53
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Il quarto trimestre di CNH certifica la sofferenza del settore industriale, ma la riscossa del gruppo italo-olandese potrebbe partire dal segmento costruzioni. Negli ultimi tre mesi dell’esercizio il fatturato è sceso del 10% (rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) a causa del forte calo nelle vendite di macchinari agricoli (-18%). Questa tendenza dovrebbe rafforzarsi nel prossimo anno, in cui questo business è visto in contrazione del 15%, mentre i maggiori investimenti nell’edilizia non residenziale negli Usa, il rafforzamento della ripresa economica nel Vecchio continente e la crescente domanda di infrastrutture, alla luce soprattutto della domanda di opere di ricostruzione nelle numerose aree colpite da conflitti bellici, promettono di spingere il comparto costruzioni a un tasso medio di crescita del 5% per i prossimi cinque anni. Il peso di queste attività sul giro d’affari complessivo dell’azienda è limitato, ma insieme al segmento powertrain (sistemi di propulsione per veicoli commerciali e motori per applicazioni marine) rappresentano le aree in cui CNH sta registrando una crescita della domanda.

Le previsioni degli analisti
La domanda di macchinari agricoli resta molto debole e, nonostante la maggior diversificazione geografica permetta al gruppo italo-olandese di limitare i danni, l’azienda stima per il 2015 un ulteriore calo delle vendite tra il 15% e il 20%. Le note positive, comunque, arrivano dal lavoro fatto dal management nella razionalizzazione dei costi. A fronte di un significativo calo del fatturato, infatti, CNH ha registrato solo una leggera flessione del margine operativo. I nostri analisti prevedono un miglioramento della profittabilità del gruppo nei prossimi anni, con il margine Ebitda che dovrebbe riportarsi attorno al 9%, e stimano un fair value pari a 10 dollari (per l’ADR quotata sul Nyse di New York).

Nel valutare il posizionamento delle aziende produttrici di macchinari industriali, guardiamo alla forza dei marchi, alla qualità della sua rete vendite e alla forza del ramo finanziario. La divisione agricola è l’unica nella quale CNH vanta una posizione di vantaggio competitivo ma, nonostante essa generi l’80% del reddito operativo complessivo, non riesce a garantire al gruppo una profittabilità sufficiente a garantirle un primato all’interno del settore. 

 

Per leggere l'analisi completa su CNH Industrial clicca qui.

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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