Il negativo andamento delle materie prime ha contribuito alla contrazione della domanda proveniente dai paesi emergenti (che rappresentano circa il 30% sul fatturato complessivo del gruppo americano) e questo ha finito per pesare sulle vendite di Terex negli ultimi due anni. Il management ha annunciato che il rallentamento di queste economie continuerà a frenare la crescita futura.
A nostro avviso, però, il mercato ha reagito in maniera scomposta alle dichiarazioni della società. Terex, infatti, ha un modello di business diversificato sia per area geografica che per attività e i nostri analisti stimano per i prossimi quattro anni una crescita media del fatturato attorno al 3% e un moderato miglioramento del margine operativo che nel periodo, dovrebbe registrare un progresso di circa 100 punti base portandosi attorno all’8%.
Le previsioni degli analisti
L’azienda, che beneficerà della ripresa della produzione industriale in Europa e negli Stati Uniti, sarà trainata nei prossimi anni dalla domanda di gru e di altri macchinari destinati all’industria delle costruzioni di infrastrutture, la cui domanda trarrà beneficio anche dal processo di ricostruzione in diverse aree colpite da conflitti bellici. Nonostante in questo segmento debba competere con società di dimensioni molto più grandi, come ad esempio Caterpillar, Terex presenta margini di profitto superiori alla media. Questo anche per merito della sua modalità di vendita che non prevede il passaggio attraverso intermediari.
Nel recente passato il gruppo ha fatto significativi passi in avanti per migliorare la profittabilità. Fino al 2009, il 5% circa del fatturato realizzato in ogni esercizio era reinvestito in nuove acquisizioni. Questo ha prodotto un positivo effetto sulle vendite, ma ha anche fatto lievitare i costi operativi. Negli ultimi anni, invece, l’azienda ha provveduto a snellire il suo modello di business e questo si è tradotto in un forte incremento del gross margin e dei flussi di cassa, nonché in una significativa riduzione del debito.
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