Il 2014 ha segnato, per il terzo anno di fila, rendimenti medi dei vari strumenti di previdenza complementare ben superiori alla rivalutazione del Trattamento di fine rapporto. Secondo gli ultimi dati della Covip (la commissione di vigilanza sul settore), infatti, i fondi pensione negoziali hanno guadagnato in media l’anno passato il 7,3%, i fondi aperti il 7,5% e i Pip (Piani individuali pensionistici) il 7,3%. Tutto ciò a fronte di una rivalutazione del Tfr pari all’1,3%.
Da sottolineare il fatto che, anche scendendo nello specifico delle diverse linee d’investimento a disposizione dei lavoratori, si trovano solo performance positive, benché persistano importanti differenze. Si va infatti dall’1,2% medio della linea obbligazionaria pura dei fondi negoziali (unica con un risultato al di sotto del Tfr) al 9,8% medio dell’offerta azionaria pura, sempre dei negoziali.
Le risorse in gestione
Il patrimonio accumulato dalle forme pensionistiche ammonta alla fine del 2014 a circa 126,3 miliardi di euro, in aumento di 8,5 punti percentuali rispetto a fine 2013. Le risorse dei fondi negoziali ammontano a 39,6 miliardi, in crescita del 14,9% rispetto a 12 mesi prima. I Pip dispongono di un patrimonio di 15,8 miliardi e i fondi aperti di 13,9; l’incremento nell’anno è stato, rispettivamente, del 21,2 e del 16,4%.
Adesioni, prosegue l’emorragia dei negoziali
Secondo le statistiche Covip, a fine anno gli iscritti totali alla previdenza complementare sono 6,59 milioni; al netto delle uscite, la crescita nell’anno è stata di circa 380.000 unità (6,1%). Gli iscritti ai Pip salgono a 2,45 milioni, circa 320.000 aderenti in più rispetto a fine 2013 (15%); il ritmo di crescita, seppur sostenuto, è decelerato rispetto al 18,9% registrato nel 2013.
Nei fondi pensione aperti gli iscritti sono aumentati del 7% (69.000 unità), portando il totale degli aderenti alla fine del 2014 a quota 1,053 milioni. A fine 2014, invece, gli iscritti totali ai fondi negoziali sono 1,94 milioni, quasi tutti sono lavoratori dipendenti privati. Nell’anno trascorso hanno perso circa 6.000 aderenti, confermando la tendenza decrescente degli ultimi anni.
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