L’offerta sugli Etf (Exchange traded fund) è ampia. Generalmente, alcuni dei fattori che gli investitori prendono in considerazione per la selezione sono la composizione dell’indice di riferimento, le commissioni, il metodo di replica, il trattamento dei dividendi (accumulo o distribuzione).
Per quanto riguarda la fedeltà di replica, gli investitori devono concentrarsi su due parametri: tracking difference e tracking error. Talvolta sono usati come interscambiabili, in realtà sono misure diverse.
Il tracking difference si definisce come la differenza dei rendimenti del fondo rispetto all’indice sottostante. Solitamente, è negativa a significare che l’Etf ha performance inferiori al benchmark. In un mondo perfetto, il fondo ha risultati più bassi per un importo pari all’indice sintetico di spesa (Ter) annuo.
Il tracking error è la volatilità (misurata dalla deviazione standard) dei rendimenti del fondo in rapporto all’indice di riferimento. Se è basso significa che l’Etf è stato fedele al benchmark. (Per maggiori informazioni sui due indicatori, clicca qui).
Come si comportano gli emittenti
Dal 2013, l’Esma (l’autorità di vigilanza sui mercati europea) ha reso obbligatorio indicare i due parametri nel rapporto annuale. Pienamente consapevoli della loro importanza, alcuni emittenti hanno deciso di utilizzarli anche nel materiale di marketing e nelle pagine web. Altri non lo hanno fatto o solo in parte. Ad esempio, c’è chi ha reso disponibili i dati per il calcolo. Tuttavia, tale operazione può essere complicata per un investitore.
Nella tabella qui sotto, abbiamo indicato come si comportano i principali emittenti di Etf per quanto riguarda la presenza delle due misure nel materiale di marketing.
E’ bene precisare che per ciascuno dei provider, tali informazioni sono comunque disponibili nel report annuale o possono essere calcolati, ma è nell’interesse degli investitori averli facilmente consultabili sul sito della società.
Come si può vedere nella tabella, Hsbc, Lyxor, Source e Spdr li indicano entrambi, mentre iShares e ETF Securities sono gli unici due grandi provider a non averli al di fuori del report annuale.
La strada da percorrere
I passi intrapresi dagli emittenti di Etf per aumentare la trasparenza sui costi e sulla fedeltà di replica non possono che essere ben accolti. Per esempio, db x-trackers pubblica sul sito il dettaglio dei costi del fondo, inclusa la commissione di gestione, le fee fisse, i ritorni dal prestito titoli e gli oneri (negativi o positivi) dello swap.
Nonostante siano stati fatti grandi passi in avanti, c’è ancora molta strada da percorrere per far sì che gli investitori possano comparare in modo rapido ed efficiente gli Etf.
Per leggere l’articolo originario di Kenneth Lamont, clicca qui.
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