L’economia italiana fa la timida ma, per gli investitori di Borsa è abbastanza per continuare a credere nel Belpaese. L’indice Msci della Penisola nell’ultimo mese (fino al 27 febbraio e calcolato in euro) ha guadagnato poco più del 9%, portando a +16,9% la performance da inizio anno. Merito dell’attivismo di alcune società di Piazza Affari che hanno attirato l’interesse degli operatori, ma anche dei segnali di vita mandati dalla congiuntura. “La variazione reale del Pil prevista per il primo trimestre è pari a +0,1%, con un intervallo di confidenza compreso tra -0,1% e +0,3%”, scrivono gli economisti dell'Istat. “Tale risultato è la sintesi del contributo ancora negativo della domanda interna (al lordo delle scorte) e dell'apporto favorevole della domanda estera netta”.
Nel 2014, invece, le cose non sono andate bene. L’anno scorso il Pil è diminuito in volume dello 0,4% ed è stato inferiore al livello del 2000. Dal lato della domanda interna si è registra una variazione nulla dei consumi finali nazionali e un calo del 3,3% degli investimenti fissi lordi. Per quel che riguarda i flussi con l’estero, le esportazioni di beni e servizi sono aumentate del 2,7% e le importazioni dell'1,8%. La domanda interna ha contribuito negativamente alla crescita del Pil per 0,6 punti percentuali (-0,8 al lordo della variazione delle scorte) mentre la domanda estera netta ha fornito un apporto positivo (0,3 punti). Il rapporto fra debito e Pil è salito al 132,1%, il massimo dal 1995.
Restando nel passato prossimo, la fiducia delle imprese, a febbraio, ha registrato un salto significativo passando da 91,6 di gennaio a 94,9. Si tratta del livello più alto dal giugno 2011. Anche la fiducia dei consumatori ha riportato un miglioramento da record, salendo da 104,4 di gennaio a 110,9, il massimo da giugno 2002.
Scongiurata la deflazione?
Per quanto riguarda l’inflazione, si è attenuato a febbraio il calo tendenziale dei prezzi al consumo che, su base mensile, sono tornati a crescere. “In prospettiva, anche tenendo conto del fatto che alcuni dei rincari congiunturali che spiegano il rimbalzo di febbraio sono di natura una tantum (tabacco) o stagionale (servizi di trasporto e alimentari freschi), l'inflazione a nostro avviso potrebbe rimanere in territorio negativo ancora per qualche mese”, spiega una nota firmata da Paolo Mameli, senior economist del servizio studi di Intesa Sanpaolo. “In ogni caso, il dato conferma quella che è da tempo la nostra ipotesi e cioè che per l’Italia il rischio di uno scenario di vera e propria deflazione fosse contenuto. Il graduale materializzarsi di una ripresa del ciclo (di cui si vedono segnali sempre più convincenti) non potrà che aiutare a ridimensionare ulteriormente i rischi deflattivi”.
Chi si muove in Borsa
Per quanto riguarda la Borsa, è da segnalare che Finmeccanica ha finalmente raggiunto l'accordo con la giapponese Hitachi per la vendita del business di AnsaldoBreda (con l’esclusione di alcune attività) e dell'intera partecipazione in Ansaldo Sts pari a circa il 40% del capitale. Gli accordi vincolanti prevedono la chiusura delle operazioni entro l’anno. A seguito delle cessioni il debito netto di Finmeccanica scenderà a fine anno di circa 600 milioni. La plusvalenza netta complessiva è di 250 milioni.
Telecom Italia, intanto, ha presentato il piano strategico 2015-2017 che prevede una forte accelerazione nel programma degli investimenti innovativi in Italia e Brasile. In particolare nel triennio gli investimenti nella Penisola saranno pari a circa 10 miliardi di euro, di cui cinque dedicati esclusivamente alla componente innovativa (Ngn, Lte, Cloud Computing, Data Center, Sparkle e Trasformazione). Alla fine del periodo Telecom raggiungerà il 75% della popolazione con fibra ottica e oltre il 95% con rete mobile 4G.
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