Holly Cook: Buongiorno e benvenuti. È arrivato il momento di fare il nostro check-in trimestrale sulla zone euro con Jose Garcia Zarate, fund analyst ed economista di Morningstar. Grazie Jose.
Jose Garcia Zarate: Buongiorno.
Cook: Dunque, per contestualizzare quello che sta succedendo nella zona euro e nel Regno Unito al momento, bisogna dire che sei mesi fa eravamo tutti molto negativi, eppure tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015 abbiamo visto delle performance davvero buone in molti mercati europei, con l’eccezione della Svizzera. Che cosa è cambiato?
Zarate: Tre elementi chiave che non apparivano sei mesi fa. In primo luogo, il crollo dei prezzi del petrolio; secondo, l’attivismo monetario della Bce, non solo nel portare i tassi a un livello vicino allo zero, ma anche approvando un programma molto ambizioso di allentamento quantitativo; e il terzo, che è stato anche molto strumentale, è stato il deprezzamento dell’euro rispetto alle principali monete di scambio, il che ha fornito un particolare impulso agli esportatori.
E questi tre elementi chiave - che mi piace definire come la “macro trinità” - hanno in qualche modo salvato la situazione. Poiché in realtà la zona euro andava, a metà dello scorso anno, verso un rallentamento economico. La combinazione di questi tre fattori macro, ha evitato una ricaduta nella recessione, francamente.
Cook: E per quanto riguarda la Grecia? Ora che un qualche tipo di accordo - o accordo provvisorio - è stata raggiunto, questo porterà della tranquillità all’interno dell’Eurozona?
Zarate: Sarei molto felice di dire di sì, ma purtroppo non posso. Penso che questa sia una di quelle storie ricorrenti. Se ti ricordi, mi hai intervistato circa sei settimane fa e all’epoca dissi che la spazio di manovra per la negoziazione tra il nuovo governo (davamo per scontato che Syriza vincesse) e l’Ue sarebbe stato molto stretto. E infatti così è stato: l’accordo implica un passo indietro rispetto le promesse che sono state fatte in campagna elettorale da questa forza di sinistra radicale.
Tuttavia, l’accordo è solo per quattro mesi quindi mi aspetto di riparlare della Grecia fra quattro mesi, perché a quel punto verrà affrontato la vera negoziazione del programma.
Cook: Grecia a parte, ci sono altri pericoli all’orizzonte per l’Eurozona? Abbiamo iniziato parlando di effetti positivi; c’è qualcos’altro di cui dovremmo essere preoccupati?
Zarate: Gli effetti positivi ci sono e gli agenti economici dovrebbero davvero cogliere questa opportunità. Si tratta di una combinazione di fattori che si spera permetterà a politici, operatori economici, imprese, consumatori e così via, di fare progetti e portarli avanti.
Rimangono infatti ancora una serie di problemi strutturali in molti paesi. Uno dei principali è ancora l’alta disoccuppazione. I tassi stanno scendendo rispetto a qualche anno fa, ma stiamo ancora parlando di una disoccupazione giovanile intorno al 40-50% in paesi come la Spagna, la Grecia o l’Italia. Non è sostenibile nel lungo periodo, il problema deve essere affrontato.
Cook: Sembra quindi che quando ne riparleremo di nuovo fra tre mesi, la Grecia sarà ancora in cima all’agenda...
Zarate: Direi di sì.
Cook: E guarderemo con attenzione a questi altri fattori economici.
Zarate: Certo.
Cook: Grazie Jose.
Zarate: Grazie a te.
Cook: Per Morningstar, sono Holly Cook. Grazie per l’attenzione.
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