Google, la più amata dai gestori

I fund manager più influenti negli Usa comprano Big G. Il titolo viaggia su valori inferiori al nostro fair value, ma gli analisti di Morningstar raccomandano di aspettare valutazioni più convenienti. 

Francesco Lavecchia 10/03/2015 | 14:43
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I fund manager scelgono Google, ma i nostri analisti raccomandano prudenza nell’esporsi sul titolo, nonostante le azioni del gruppo americano viaggino al momento su quotazioni inferiori al nostro fair value.

Nell’ultimo sondaggio fatto tra i maggiori gestori americani, Big G risulta il titolo che più di tutti ha visto salire il proprio peso nei portafogli istituzionali (dei 26 fondi presi in esame , 6 hanno acquistato o hanno aumentato la loro esposizione sul gruppo). Le nostre previsioni per i prossimi cinque anni sono per una crescita media del fatturato del 12%, ma la lievitazione dei costi operativi limiterà il miglioramento dei margini di profitto.

Google, infatti, ha un modello di business che si articola in tre segmenti: website (ovvero il motore di ricerca e il satellite di siti di sua proprietà come YouTube o Google Finance), network (che rappresenta i ricavi generati dai post pubblicitari legati al tipo della ricerca fatta dagli utenti) e quello che comprende tutti quelle attività in evoluzione, come ad esempio dispositivi hardware come i Google Glass e la tecnologia dei pagamenti via smartphone, che vengono raggruppate nella categoria “Altro".

Accordo per il "tap and pay"
L’ampio raggio delle attività permette all’azienda di sostenere i ricavi. Inoltre, Google continua a investire ingenti somme di capitali in nuove aree. Questo le permette non solo di sostenere la crescita dei ricavi, ma anche di rafforzare la posizione in alcuni settori strategici.  Recentemente, infatti, il gruppo ha concluso un accordo (i cui termini economici non sono stati ancora precisati) con le compagnie telefoniche AT&T, Verizon Wireless e T-Mobile in base al quale tutti gli apparecchi mobile venduti dalle tre società di telefonia avranno preinstallata la funzionalità “tap and pay” (che permette di pagare attraverso gli smartphone).

I nostri analisti apprezzano la mossa di Google per diverse ragioni. L’investimento nelle tecnologie di pagamento rappresenta un pezzo importante nella strategia del gruppo all’interno del mercato mobile e il successo su questo versante promette di rafforzare la sua leadership. In questo modo, inoltre, riesce a colmare un gap nei confronti di Apple e la sua Apple Pay, dando la possibilità ai consumatori di poter scegliere tra prodotti che hanno funzionalità equivalenti. 

 

Per leggere l'analisi completa su Google clicca qui.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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