Si fa presto a dire dividendo. La caccia al rendimento attraverso la cedola è un esercizio meno intuitivo di quello che può sembrare a prima vista. Ad esempio: meglio investire su una società sempre generosa con i suoi azionisti (in rapporto agli utili, il cosiddetto payout) o su una che ha le potenzialità per esserla? “Ci sono pro e contro in entrambi gli approcci”, spiega Michael Rawson, analista di Morningstar. “Le società che fanno crescere progressivamente il loro dividendo sono spesso aziende di buona qualità con un management disciplinato che si impegna per remunerare i propri soci. Questo è un buon segnale per la futura crescita anche perché mostra una gestione attenta all’utilizzo delle risorse”. Il problema con questo tipo di aziende è che spesso la crescita delle cedole viene incorporata nelle valutazioni delle azioni, quindi i prezzi dell’equity, di solito crescono molto lentamente o restano stagnanti.
Per quanto riguarda le aziende che pagano sempre un alto dividendo, gli studi accademici mostrano che le società con un maggiore payout sono quelle con una crescita maggiore, sia in termini di bilanci sia a livello di valore azionario. “Qui, più che la cedola è importante il segnale che arriva dal management”, dice Rawson. “Gli amministratori che sono sicuri riguardo alle prospettive del loro business e prevedono forti flussi di cassa sono quelli più disposti a versare un dividendo generoso”.
A prescindere dal tipo di cedola che un investitore vuole mettersi in tasca, comunque, i dividendi vanno maneggiati con cura. “Selezionare un titolo solo basandosi su quanto distribuirà agli azionisti è un gioco pericoloso”, dice l’analista. “Ad esempio, yield che sembrano stranamente troppo alti possono trasformarsi, in futuro, in un taglio delle cedole. Le aziende con una crescita stabile come quelle che versano dei dividendi, inoltre, tendono a correre meno nei momenti di rialzo dei tassi di interesse, cioè quando l’economia va bene. In questo caso, però il dividendo, compensa, almeno in parte il mancato guadagno in conto capitale”.
Dove guardare
Ma come si individuano le società più interessanti dal punto di vista delle cedole? “In Borsa si dice che le aziende migliori da questo punto di vista sono quelle che hanno remunerato gli azionisti per almeno 10 anni di seguito”, spiega Josh Peters, responsabile delle strategie equity di Morningstar e direttore della newsletter DividenInvestor. “Non è sempre così. Consolidated Edison, ad esempio, negli ultimi 40 anni ha visto crescere la cedola. Ma negli ultimi 20 l’aumento del dividendo è stato solo dell’1,2%, la metà dell’inflazione Usa”. Per altro, vale la pena notare che a Wall Street, ad esempio, 420 delle aziende che formano l’indice S&P500 oggi pagano dei dividendi (erano 351 nel 2002) per cui un investitore potrebbe decidere di puntare sull’indice americano per creare una strategia basata sulle cedole. “Non tutte però, sono in grado di generare vero valore, né dal punto di vista dei prezzi, né delle cedole”, spiega Peters. “La strategia migliore è avere un buon mix formato da rendimento da dividendo, azioni growth e titoli di qualità”.
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